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Anno edizione: 2016
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Molto godibile questo libro insolito, in cui, con una mossa estrosa fuori dal recinto specialistico, un economista docente universitario si affida al suo spiccato sense of humour per riprendere in forma giocosamente narrativa proposte inascoltate di politica economica. Non ci resta che ridere? O meglio, nello spirito del verso oraziano suggerito dall’autore: perché non dire la verità ridendo? E in questa chiave, intorno al tema spinoso del debito pubblico nostrano, offre pagine di irresistibile comicità in una storia in bilico tra fiction e non-fiction con un tocco di thriller, proprio come il mondo sfuggente dell’economia finanziaria che vi fa da sfondo. Guido Ortona si presenta nei suoi panni reali, appena un po’ retrodatato agli anni di massimo allarme spread, come protagonista e narratore in prima persona di un intrigo in cui è coinvolto suo malgrado in qualità di esperto per un piano segreto di svalutazione del debito da mettere in atto in caso di emergenza. Affezionato alle sue abitudini di professore con il disincanto degli anni, ai consueti percorsi tra marciapiedi e portici torinesi infestati da molesti ciclisti, alle tranquille serate sul divano di casa, si dipinge come figura dell’inetto, dello sprovveduto malcapitato nella rete di frenetiche manovre in cui non riesce a districarsi. Non manca di idee precise: evitare il default con il congelamento del debito è la sua ricetta. Ma a chi farne pagare i costi? La contesa tra governo e opposizione mette in scena una commedia degli equivoci in cui si alternano personaggi in caricatura di sottosegretari allarmati, consulenti incompetenti, losche guardie di finanza e forzuti onorevoli gelosi ad assediare il povero professore, salvo infine solo grazie all’intervento risolutivo della sua colf romena, che ha alle spalle un eccellente curriculum in economia, osserva ironicamente Ortona, studiata nel suo paese “per motivi analoghi ai miei: io volevo propiziare l’avvento del socialismo e lei quello del capitalismo”. Ricco di frizzanti arguzie, un romanzo umoristico alla maniera di Woodehouse, modello dichiarato dello stile satirico con cui l’autore prende di mira i vizi e vezzi, non più della vecchia aristocrazia inglese, ma degli attuali ambienti politici ed economici, non senza una buona dose di autoironia sui tic accademici. Il nocciolo serio della sua proposta di “congelamento del debito” si trova in appendice, e i lettori più attenti sapranno collegarlo ai molti interventi di Ortona sul sito di “Sbilanciamoci!”.
Recensione di Santina Mobiglia.
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