Brahms e il walzer. Storia e lettura critica

Non poteva certo essere solo Vienna con la sua "Walzerseligkeit" ad aver condotto il nordico Brahms a scrivere questi singolari brani. Alcuni, che sarebbero stati poi pubblicati nella raccolta op. 39 (per pianoforte) erano già stati composti ad Amburgo, diversi anni prima che il musicista mettesse piede nella capitale danubiana, dove sarebbe rimasto fino alla fine della sua esistenza. L'Autrice - con una perizia di ricerca e di analisi pari alla passione per l'argomento - prende per mano il lettore e lo guida pagina dopo pagina a scoprire la storia ma soprattutto le segrete bellezze di questi piccoli capolavori, sia quelli strumentali (16 Walzer op. 39) sia quelli a quattro voci con il duo pianistico (18 "Liebeslieder Walzer" op. 52 e 15 "Neue Liebeslieder Walzer" op. 65). I brani sono scandagliati uno per uno e se ne mettono in luce, ogni volta con precisione e capacità di indagine, tutte le caratteristiche intrinseche, con un occhio particolare alle straordinarie combinazioni ritmiche e polifoniche. Frequenti e interessanti i riferimenti al contesto dell'intero corpus compositivo brahmsiano, come pure i legami e le prese di posizione del musicista nei confronti della tradizione o dei contemporanei. Molto esteso anche il corredo bibliografico. Il testo della Caracciolo è inoltre l'unico - finora - in Italia come all'estero, ad aver affrontato questo tema in maniera così completa, dettagliata e perspicace. Realmente, come ha scritto Quirino Principe su "Il Sole 24 Ore" (1/5/2005): "dopo la lettura, il piacere dell'ascolto spicca il volo".