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Bit Pop Revolution. Gli hippie che inventarono il futuro - Tomaso Walliser,Cecilia Botta - copertina
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Bit Pop Revolution. Gli hippie che inventarono il futuro
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Descrizione


L'alba del personal computer non si poteva vedere dalle vetrate dei grandi edifici di IBM, Xerox o General Electric. L'inizio della rivoluzione digitale è senza brand e senza grandi investimenti, ma nasce semplicemente da un'idea: il potere del computer deve essere disponibile a tutti. I frequentatori dell'Home Computer Club di Menlo Park, nel cuore della Silicon Valley, erano talmente convinti di questo che erano disposti, pur di riuscirci, a costruirseli da soli. Lee Felsenstein, Fred Moore, Gordon French, ma anche Steve Jobs, Steve Wozniak e, almeno in spirito, Bill Gates, contribuirono alla realizzazione del sogno. Questo libro racconta la storia di hippie, attivisti, pacifisti, ingegneri, fuoricorso, ma soprattutto di nerd, che tra la fine degli anni '60 e la metà degli anni '70 dedicarono tutte le loro energie a liberare il potere del computer per renderlo disponibile al mondo. Il resto, come si dice, è storia.
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Dettagli

2013
VIII-168 p.
9788820359485
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Indice

Prefazione - Prologo - I ragazzi dell’Edificio 26 - Gli hacker della West Coast: la computer liberation - Hippie, ma anche nerd - I primi terrestri su Altair 6 - Trenta persone in un garage. Nasce l’Homebrew Computer Club - Dovete pagare il mio software. Firmato Bill Gates - Non del tutto contrari a fare soldi - Ho pensato a un grande nome: Apple Computer - La versione di Lee - Il Sol 20 e l’Osborne I - Game over, tornatevene a casa - L’eredità dell’Homebrew Computer Club

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