La bisbetica domata

Caterina è la maggiore delle figlie di Battista Minola, ricco cittadino di Padova. Bella, intelligente e con molte virtù è, tuttavia, una vera bisbetica: un carattere scontroso, sempre pronta a ribellarsi anche alla volontà paterna di ammogliarla prima di sua sorella Bianca. Caterina, però, non demorde e fa scappare i pretendenti che, pure, sono attratti dalla sua dote. Non Petruccio, però, un gentiluomo di Verona che non si lascia abbattere e impaurire dal difficile estro della ragazza. Anzi, fin dall’inizio del corteggiamento, e anche dopo il matrimonio, riesce a tenerle testa facendo leva su un gioco dei contrari, e una serie di privazioni, che confonde e stupisce la bella bisbetica. “La bisbetica domata” è una commedia in cinque atti divetente, spiritosa, fatta di equivoci e travestimenti come è uso sempre fare William Shakespeare. L’opera è stata composta fra il 1591 e il 1593 circa e pone l’accento sulla condizione femminile nel periodo in cui viveva l’autore. Oggi il fatto che un padre ceda le figlie come fossero merci farebbe inorridire, come del resto anche l’ideale di un matrimonio combinato. La mia amata bisbetica, ahimé, non cambia per amore o perché riconosce i suoi sbagli, ma solo perché ripagata del suo stesso brutto carattere e messa davanti a una vita fatta di privazioni. Lei, alla fine, cede davanti a quelle prove cui la sottopone Petruccio, suo marito, per domarla: l’immagine che ne viene fuori è che la donna, Caterina in questo caso ma il discorso si estende anche a tutto il genere, si domabile solo in virtù di ricchezze e agi.

Shakespeare ha saputo tracciare con poche parole quello che è il continuo conflitto uomo/donna, da immenso drammaturgo quale è, custode abile di verità sull'uomo e sulla sua interiorità. La commedia è leggera e divertente, si legge con facilità, mai noiosa o scontata, ricca di personaggi tra cui primeggiano i protagonisti: Caterina e Petruccio. Lei è la bisbetica della situazione, Petruccio colui che la "convincerà" a farsi amare, perché alla fine dei giochi desideriamo tutti semplicemente essere amati.

“La bisbetica domata” é una commedia in 5 atti scritta nel 1590 da William Shakespeare, il più grande tra i commediografi inglesi per produzione e soggetti. La storia è incentrata sul personaggio di Petruccio, un avventuriero veronese che attratto dalla cospicua dote della figlia di un signore di Padova, tale Battista Minola, non vede l’ora di sposarla. Ma questa Caterina è davvero intrattabile, infatti al suo attivo non ha nessun corteggiatore. Mentre la sorella Bianca, delicata e femminile riscuote successo. Ma finché Caterina non sarà sposata, nemmeno Bianca potrà esserlo. Ora, il titolo di questa brillante commedia è rivelatore del finale. Però ci sono un sacco di situazioni che portano al finale tanto atteso da tutti. Ed è giusto leggere il libro per sapere come Petruccio, con astuzia e abilità, riesca a domare la sua Caterina. Tutte le opere di Shakespeare, anche le tragedie, sono studiate benissimo nei tempi e nelle battute. Ma La bisbetica domata è di sicuro uno tra i suoi lavori meglio riusciti. Il carattere leggero della commedia certo aiuta moltissimo a interessarsi e prendervi parte parteggiando per questo o quel personaggio ma ha in sé un carattere piuttosto frizzante che non vi deluderà e vi terrà compagnia nei momenti liberi o quando fuori c’è brutto tempo. Consiglio la lettura.