Big Sur

Sebbene io sia una vera e propria fan della beat generation ho trovato quest'opera di Kerouac un po' insipida. Vi consiglio di leggerlo prima di On the road perchè altrimenti il confronto è facile e neanche a dirlo Big Sur perderebbe. Comunque è pienamente lo stile di Kerouac e lo si vede in ogni riga.

Paranoia, angoscia, terrore e allucinazione, questo è dove piombò Kerouac ormai verso la fine delle sue avventure, ormai disilluso dal suo precedente ottimismo zen, questo è dove mi ha catapultato nel suo finale di Big Sur, un incubo claustofobico di parole, un bad trip inzuppato negli ultimi capitoli della sua tragedia personale, l'oblio finale, "la grande paura". Nemmeno Burroughs descrivendo la propria esperienza della disintossicazione da eroina era riuscito a farmi entrare così nel suo incubo privato. Il genio di Kerouac non poteva che finire in pazzia.

Una lotta con se stessi, con una vita fatta di eccessi e alcool, con l'immagine bohémien che porta addosso quasi come un macigno. Una fuga nella baita del suo amico Ferlinghetti a Big Sur che gli darà pace per sole tre settimane per poi essere risucchiato nella sua vita di sempre. Angoscia ed esistenzialismo nel suo inconfondibile stile.