Bezimena. Anatomia di uno stupro

La storia inizia con una stella nel cielo che dialoga con una voce proveniente (forse) da terra. Sarà questa voce a raccontarci la storia di questo volume. Una sacerdotessa impaurita e irosa incontra Bezimena (= "senza nome") e si sfoga con lei disturbando la sua quiete. Senza dirvi come, inizia un racconto nel racconto del volume scritto da Nina Bunjevac. è la storia della vita di Benny, bambino incapace di resistere gli impulsi sessuali, ossessionato della compagna Becky e, successivamente, un uomo ai margini della società, che (forse!) ha imparato a gestirsi. Il resto lo racconta il sottotitolo di questa storia. La storia viene raccontata in un modo particolare, la sua struttura è singolare a partire dalla collocazione del testo e del disegno. A sinistra troviamo la voce dalla terra che racconta alla stella questa storia. A destra invece le illustrazioni, sempre a tutta pagina, che sono dei fermi immagine della situazione raccontata. Da tempo volevo recuperare questo volume che è stato nominato a tantissimi premi e mi aveva sempre incuriosito. Durante la lettura non avevo parole, ero completamente travolto da questa storia tremenda e da questi disegni meravigliosi. Provavo ondate di emozioni difficili da trattenere. Cosa dire poi della postfazione scritta dall'autrice? Sincera ed emozionante. Bezimena lo ha portato in Italia Rizzoli Lizard in un bellissimo cartonato da 20€. Sono scosso, triste sì, ma felice di aver fatto questo lettura indimenticabile. Graficamente mi ha sbloccato tanti ricordi, ma solo uno sono riuscito effettivamente a realizzarlo: Franco Matticchio.

Illustrazioni splendide come tutte quelle che nascono dal pennino della grande Nina Bunjevac, eppure la storia, alquanto metaforica, è troppo troppo breve e lascia con l'amaro in bocca. Forse è un tantino sopravvalutato ma non gli negherei una lettura.

Un fumetto difficile, impegnativo nella lettura sia dal punto di vista grafico che narrativo: i disegni di Bunjevac sono incisioni anatomiche di particolare crudezza, perfetti per il tema affrontato e per il modo in cui si è scelto di affrontarlo. "Disturbante" è probabilmente l'aggettivo più calzante per il risultato finale, che porta il lettore a guardare una storia di violenza dalla parte di chi la commette, e a finire col provare odio ma anche pietà per il carnefice, senza abbellimenti retorici ed edulcorazioni.