Il beneficio del dubbio. La mia storia

Immaginatevi un bambino che cresce senza genitori, come una casa senza un tetto. E a 20 anni finisce per ritrovarsi al posto sbagliato al momento sbagliato. E che per questo pagherà colpe anche non sue. Ecco, questo libro mi ha restituito la voce di un protagonista - suo malgrado - di una delle storie di cronaca più raccontate (spesso male) degli ultimi 15 anni: il delitto di Meredith Kercher. Rudy Guede (che si pronuncia come si scrive) da queste pagine non esce come un eroe, ma solamente come una persona, libera dalle mistificazioni che gli sono state cucite addosso. Il libro scorre con la forza del flusso di coscienza e pare di sentire la voce di questo ragazzo diventato uomo in carcere che ti descrive la sua infanzia senza affetti familiari, la notte nella casa in via della Pergola, il riscatto maturato in carcere. Ma la narrazione funziona grazie anche agli interventi "altri": la maestra delle elementari, il pm del processo, l'educatrice incontrata in prigione; ma soprattutto la lunga riflessione del criminologo che passa in rassegna le sentenze (anche quelle su Knox e Sollecito) per mostrare quanto poca giustizia sia stata fatta. Una lettura veramente consigliata.