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Il bello del mio mestiere. Scritti sul cinema
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Il bello del mio mestiere. Scritti sul cinema - Martin Scorsese - copertina
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bello del mio mestiere. Scritti sul cinema

Descrizione


Nei saggi e nelle interviste raccolti in questo volume (originariamente apparsi sui "Cahiers du cinéma") Scorsese racconta i film che ha girato e quelli che ha amato, gli attori con cui ha lavorato e i registi da cui ha tratto ispirazione, unendo l'esperienza del grande maestro alla passione sincera del cinefilo.
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Dettagli

2002
1 marzo 2002
153 p.
9788887765458

Voce della critica

La pubblicazione, come illustra nella prefazione il critico cinematografico dei "Cahiers du Cinéma" Nicolas Saada, è nata dal desiderio di veder riuniti in un solo volume le numerose interviste e scritti di Martin Scorsese, pubblicati dalla prestigiosa rivista francese nel corso degli anni, tra cui anche parte del numero 500 dei "Cahiers", che il regista accettò con entusiasmo di curare intervenendo in prima persona su più questioni. Il piacere della lettura di un testo come questo scaturisce, analogamente ad altri scritti ad esempio di Truffaut, Godard e Bogdanovich, dall'approccio particolare verso la materia trattata: quello del cinefilo con un occhio e uno sguardo propenso all'esercizio della critica e quello del cineasta con un atteggiamento di totale adesione al proprio mestiere.

Nelle lunghe analisi dei propri film o negli articolati commenti su quelli altrui, Scorsese offre al lettore non solo una competenza critica davvero ragguardevole, da profondo conoscitore, quale è, della storia della settima arte, ma concede anche molto di sé, della propria visione del mondo, delle proprie paure e debolezze. Discutere di cinema, per Scorsese, significa innanzitutto parlare della propria vita. Raccontare del lavoro con De Niro vuol dire essenzialmente ripercorrere il rapporto con un amico, quasi un familiare. Soffermarsi a commentare le opere di altri cineasti si trasforma sovente nella scelta di confessare senza pudore alcuno un certo disagio esistenziale, come ad esempio accade nel paragrafo dedicato a Brian De Palma, che ben esprime quest'atteggiamento: "È difficile quando ci dicono che siamo dei grandi registi. Abbiamo visto molti film, senza dubbio più di quanti ne abbiano visti quelli che si complimentano con noi, e abbiamo sempre vissuto con questi film, i classici dell'età d'oro hollywoodiana. Sappiamo ciò che vogliamo ottenere ma siamo coscienti del fatto che difficilmente ci riusciremo, quasi mai. Su questo io e Brian la pensiamo allo stesso modo. Cerchiamo di restare a galla. Qualche volta l'acqua sale e noi finiamo sotto, poi scende di nuovo e allora cerchiamo di respirare...".

Il volume è diviso in tre parti. La prima, più personale e privata, è dedicata alla descrizione delle varie tappe di avvicinamento al cinema e al rapporto con Coppola, De Palma, Spielberg, Lucas. Un lungo capitolo è poi riservato all'amico De Niro e un altro alla musica, fonte insostituibile d'ispirazione. Il secondo segmento si concentra su "Scorsese cinefilo", con il suo amore per il cinema inglese e per alcuni registi in particolare, come Bernardo Bertolucci, Alfred Hitchcock, Jean Renoir, Orson Welles, Max Ophuls. Si passa poi a tre ritratti in forma di omaggio (Isa Lupino, John Cassavetes e Glauber Rocha) e al ricordo del lavoro di Samuel Fuller e di Saul Bass. La pubblicazione si chiude puntando l'obiettivo su "Scorsese al lavoro", grazie a una lunga intervista dedicata a Casinò, a una testimonianza della montatrice Thelma Schoonmaker e, infine, a un inedito e appassionante dibattito fra il cineasta, lo storico Simon Schama e il critico cinematografico Kent Jones sulla storia e sulla sua rappresentazione.

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Conosci l'autore

Martin Scorsese

1942, New York

Martin Scorsese (propr. M. Marcantonio Luciano) è un regista statunitense. Di origini italiane, cresce a Little Italy. Ostacolato nella sua vocazione religiosa (viene espulso dal seminario per l'amicizia con delinquenti di strada), si avvicina al mondo del cinema di cui subisce il fascino sin da ragazzino. Esordisce dietro la mdp con il drammatico Chi sta bussando alla mia porta? (1969, ma l'ideazione risale al 1965) che annuncia le tematiche principali della sua successiva produzione: la predilezione per storie sulla vita violenta dei bassifondi dove prevalgono la fisicità dei personaggi e le loro pulsioni autodistruttive, la costante presenza autobiografica (dall'ossessiva educazione cattolica alle contraddizioni della cultura italoamericana), la sapiente fusione di dialoghi...

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