La bella del Chiaravalle. Milano, 1952

Anche questo, come il primo romanzo della serie, è un giallo molto semplice e lineare, che si conclude grazie a un paio di belle intuizioni del commissario Arrigoni. Grande parte dell'inchiesta, forse descritta in modo un po' troppo scolastico, si basa sugli interrogatori di testimoni e conoscenti della vittima, ma, del resto, all'epoca questo era probabilmente il principale strumento investigativo. Rispetto al primo romanzo, questo secondo ha il merito il indugiare un po' meno sulla figura del protagonista, il commissario Arrigoni.

Anche per questo secondo libro confermo quanto scritto per il primo; Merita le 5 stelle anche questo bel romanzo. Un giallo di matrice classica, senza troppi fronzoli, tutto basato sull'analisi dei comportamenti umani e sugli interrogatori delle persone coinvolte. Bei dialoghi, belle descrizioni dell'atmosfera milanese e una soffusa delicatezza nella stesura dell'impianto narrativo e nella caratterizzazione dei personaggi, fanno di questo libro una piacevolissima lettura. Inoltre, descrive molto bene la situazione delle cosiddette case chiuse e della vita che dentro vi si svolgeva. Molto consigliato.

Come per Il giallo di via Tadino: scrittura buona scrittura, trama intrigante, interessante la Milano di ieri. Poiché non c'è due senza tre, attendo il prossimo giallo milanese di Crapanzano, sperando in una lunga serie!