La bara rossa

Siamo nel 1939: il mondo è sull'orlo del baratro e l'Unione Sovietica non è preparata ad affrontare la futura offensiva del Terzo Reich. L'asso nella manica di Stalin è il nuovo carro armato T-34, battezzato dai collaudatori "la bara rossa". Ma il progetto di quest'arma rivoluzionaria è ancora incompleto. Quando il suo creatore, il colonnello Nagorski, muore in un misterioso incidente, Stalin si rivolge a un fidato investigatore, Pekkala, detto L'occhio di Smeraldo. Mentre i tecnici russi lottano contro il tempo per completare il T-34, Pekkala deve scoprire i piani degli assassini di Nagorski, prima che si scateni il conflitto con la Germania. Tra i protagonisti ci sono anche brevi comparse di Stalin, che vuole seguire i progressi di Pekkala con la produzione dl T-34. Quest’ultimo era stato un piccolo capolavoro d’ingegneria, forse la miglio macchina bellica nel secondo conflitto mondiale. Notevoli le innovazioni tecniche del T-34: l'introduzione della corazza frontale inclinata di 60°, i cingoli larghi (ben 55 cm ognuno, ovvero più di 1/3 della larghezza del carro) e il cannone a canna medio-lunga. Fu uno dei fattori della vittoria russa sul nemico tedesco. Curioso che sia stato battezzato la “bara rossa”: forse lo era per i nemici che si trovavano sotto tiro (però non avrebbe lasciato scampo ai quattro membri dell’equipaggio al suo interno se vi fosse scoppiata una granata. Non c’erano praticamente via di fuga). Romanzo molto ben strutturato, informativo, in grado di fornire una buona descrizione delle condizioni del popolo russo durante il secondo conflitto mondiale.

Un bel poliziesco,ambientato nella Russia pre guerra mondiale.Il racconto scorre bene e non mancano i colpi di scena. Consigliato.

Mi sarei aspettato un'atmosfera più "siberiana", con una maggiore descrizione dei paesaggi e soprattutto delle sensazioni che possono infondere. Discreto ma nulla di più.