Babbitt

Niente poco di meno che una satira da premio Nobel. Al centro del libro la vita di un uomo che prende tragicamente atto della sua desolazione etica, nonostante il consociativismo attivo che ha sempre cercato di perseguire con determinazione. Un uomo privo di vero carattere, consapevole e nel medesimo tempo illuso, spaesato ed insicuro. Un uomo pieno di dubbi che arranca nei giorni continuando a ripetersi, pur di sentirsi più o meno in pace con la propria coscienza, di trovarsi sempre dalla parte giusta. Testo che è da porre a riferimento per tanti degli autori successivi a Sinclair Lewis; finanche ai Roth ed i Franzen del nostro presente. Scrittura dal linguaggio diretto, immediata, a tratti cruda ma facile da contestualizzare, aspra e critica nei riguardi del “sogno americano”, fortemente dissacratoria nei confronti del peggior conformismo bigotto. Libro generoso e, se rapportato all’epoca in cui venne pubblicato (ed è passato quasi un secolo), di drastica innovazione tematica. E libro che troppo spesso viene colpevolmente a mancare tra le ristampe degli editori. C. Matar