L'avventurosa storia della stretta di mano. Dalla Mesopotamia al Covid-19

Torneremo a stringerci la mano? Quando potrà riaprirsi nella scioltezza di questo gesto uno spiraglio più saldo di realtà fidata? Le ombre nerissime di troppi mesi contagiati hanno annullato sotto ogni cielo il primo strato di contatto, e spezzandone ogni prossimità, ogni parvenza, hanno costretto l'umano nelle sue pieghe più semplici a indietreggiare nel cono del sospetto, della paura, fra tonfi e fragilità, diffidenze e distanze, luoghi con pochi appigli dove anche l'io più robusto può sbriciolarsi di colpo in tessere illeggibili. Contro i mirabili geni della lampada ormai smaccati nella loro volontà di parare ogni male, contro tecnologie e conquiste dalle virtù streganti, ecco ch'è giunta una pandemia sovrana a imporre chiusure e coprifuochi, termini quasi archiviati, persi lontanamente negli echi di guerre e di rifugi. Consola non poco allora, dentro un costato sociale tanto offeso, l'idea che qualcuno abbia saputo astrarsi e indagare quel gesto per adesso deposto entrando, con scrupolosa dovizia, nei suoi sfondi storici e nei suoi accenti sensibili. Si tratta di un libriccino assai suggestivo, davvero un fiore sortito sui dorsi di questa frana epocale, pagine che tentano di leggere con spirito d'auspicio e recupero quest'orma di relazione scansata. L'autore spazia nella storia della stretta di mano dal nono secolo a.c. ad oggi in una preziosa ricognizione che va dagli assiri fino ai nostri giorni reclusi. Fra incisioni e bassorilievi, dipinti e sculture, rimandi ed aneddoti, si succede in lettura un corteo di storie, di simboli, di richiami concreti, di sentimenti, stimoli e congedi che attraverso questo gesto racconta i popoli, le gesta e il costume nei suoi oscillanti o stabili orizzonti. Non una trama ottimistica, ma una storia di speranza che forse riuscirà a fa sortire mezzo germoglio sotto questo rovo di morte, quest'infernale lazzaretto. Pagine controvento, dentro una notevole accuratezza d'indagine. Tendo la mano ad Arcangeli, ringraziandolo di cuore.