L' avventura di un fotografo a La Plata

Un altro straniante titolo di questo grande scrittore. Un grande della letteratura sudamericana e non solo. Firma una triade con Borges e Cortazar assolutamente inarrivabile.

Siccome ad affrontare Borges di petto, come lettrice, ci ho rimesso le penne, ho deciso di accerchiarlo, lavorarlo ai fianchi, per così dire, e tentare di riavvicinarmici attraverso i suoi più rappresentativi sodali letterari Silvina Ocampo e il di lei marito Adolfo Bioy Casares. La prima è stata un'interessante scoperta e del secondo sono appunto qui a dire. Non so che razza di strategia sia questa e tanto meno se andrà a buon fine; è l'azzardosa applicazione della proprietà transitiva che più dell'uguaglianza, è dell'affinità. È che mi sta talmente sull'anima non essere riuscita minimamente a penetrare il Borges pensiero e la di esso trasposizione su carta, che questa è l'ultima cartuccia che mi sparo. Leggo su Wikipedia che "l'opera di Bioy Casares si segnala per la complessità della sua prosa, caratterizzata dal sapiente amalgama di realismo, fantastico, fantascienza e orrore." E qui avviene il cortocircuito, almeno per quanto riguarda la prosa, perché in questo titolo, di primo acchito, appare persino sempliciotta. Ma si intuisce nettamente che quella linearità non è che la risultante dell'applicazione della tecnica del togliere; e questo è talento, arte e mestiere. Ed è come (occhio che parte una delle mie azzardate similitudini) gustare l'essenzialità dello stilizzato Bouquet of Peace di Picasso, avendo ancora negli occhi il groviglio di Guernica. Chi sa fare questo e quello, è oggetto della mia ammirazione. C'è anche qualcosina dei componenti dell'amalgama fra realismo e fantastico e, tolta un po' di melina nella parte centrale, sono discretamente dosati. E vediamo se funziona...