Autobiografia

Vogliamo salire al buio su un picco di scogliera e lanciarci felici di sotto con questa riflessione? Pronti: "In tutto ciò che ha veramente un valore l'interno è più vasto dell'esterno". Vogliamo poi risalire entusiasti e fradici e rituffarci con un'altra? Eccoci: "Il nr. 999 nel gran catalogo di libri che non ho mai scritto (tutti molto più brillanti e convincenti dei libri che ho scritto) è la storia di un cittadino fortunato che pareva avere nella sua vita un oscuro segreto, e che finalmente i poliziotti riuscirono a scoprire mentre stava ancora giocando con le bambole e coi soldati di piombo o con qualche ridicolaggine infantile priva di dignità. Posso dire, con tutta modestia, d'essere io quell'uomo. In tutto". E siccome si può tranquillamente dimostrare che c'è il due senza il tre, arriva la tenera capriola di un uomo obeso a tinteggiare di felicità il nostro volo con lui fra queste pagine: "Guardate il brio del bigliettaio d'autobus o del facchino di stazione. Un brio di quella specie è qualcosa di molto più potente e reale che molte forme moderne di istruzione e di eloquenza". Grandezza! Davanti a Mister Gilbert Keith Chesterton e alla sua vita la nostra diventa un misero scalpo appeso alle sue pareti, povero ninnolo rotto ai piedi di una quercia ancora florida, ricca, la cui ombra nutre e protegge le nostre piccolezze. Arrivando perfino ad esaltarle. Quest'uomo dall'enorme mole nella quale un fanciullo mai salpato verso il viaggio di un uomo continuava a difendere e ricordare ogni stilla della sua innocenza...quest'uomo è qui, integro e dilaniato, trafitto e lucido, simile a un naufrago a cui un dio sta prestando le braccia per spingersi su una riva fortunosa, conoscendone il cuore. Così "ci sono quelli che fanno fermare la carrozza alcune porte più in là della loro per tema che i vicini li credano superbi. E poi quelli che vogliono esser visti nella Rolls Royce di chicchessia per tema che i vicini li credano umili". Con chi state voi che leggete?