Chiudi

Aggiungi l'articolo in

Chiudi
Aggiunto

L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri

Chiudi

Crea nuova lista

Autobiografia documentaria. Scritti (1950-2004) - Renato Solmi - copertina
Autobiografia documentaria. Scritti (1950-2004) - Renato Solmi - copertina
Dati e Statistiche
Wishlist Salvato in 9 liste dei desideri
Autobiografia documentaria. Scritti (1950-2004)
Attualmente non disponibile
51,30 €
-5% 54,00 €
51,30 € 54,00 € -5%
Attualmente non disp.
Chiudi
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
ibs
51,30 € Spedizione gratuita
disponibile in 7 settimane Non disponibile
Info
Nuovo
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
ibs
51,30 € Spedizione gratuita
disponibile in 7 settimane Non disponibile
Info
Nuovo
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
Chiudi

Tutti i formati ed edizioni

Chiudi
Autobiografia documentaria. Scritti (1950-2004) - Renato Solmi - copertina

Descrizione


Sono raccolti in questo volume quasi tutti gli scritti e gli interventi, in gran parte dimenticati o dispersi in periodici e libri pressoché inaccessibili, che Renato Solmi pubblicò nell'arco di oltre cinquant'anni. La prima sezione - che include studi e recensioni su Ernst Cassirer, Werner Jaeger, Bruno Snell, e un saggio memorabile su Ernesto de Martino - riflette il periodo della formazione e degli studi postuniversitari. Essa coincide cronologicamente con la seconda, in cui si manifestano interessi più propriamente politici - che accompagneranno negli anni successivi l'intera esperienza di Solmi - attestati dai principali interventi usciti fra la fine degli anni '40 e l'inizio dei '50 del Novecento nel foglio ciclostilato «Discussioni». La terza sezione, "Il lavoro editoriale", dà un'idea del ruolo culturale che Solmi ebbe per oltre un decennio, come redattore e consulente, presso la casa editrice Einaudi; essa si lega saldamente alla quarta, dedicata alla Scuola di Francoforte, in cui il lettore troverà fra gli altri tutti i suoi scritti su Adorno e Benjamin, comprese le introduzioni a "Minima moralia" e ad "Angelus novus". I testi della quinta sezione, "La contestazione" nella scuola, affrontano temi e narrano episodi significativi legati all'attività d'insegnante svolta da Solmi per oltre trent'anni. La sesta riguarda soprattutto fatti, figure e movimenti della scena internazionale, legati in particolare alla guerra del Vietnam e all'opposizione sviluppatasi contro di essa negli Stati Uniti d'America negli anni '60 e '70. Gli scritti dell'ultima sezione ("Sguardi sul passato") si situano fra la testimonianza autobiografica e il ricordo puntuale e commosso di persone legate all'autore da vincoli di parentela, d'impegno politico, di amicizia e discepolanza: Sergio Solmi, Delfino Insolera, Luciano Amodio, Cesare Cases, Franco Fortini, Sergio Caprioglio, Raniero Panzieri, Theodor W. Adorno e vari altri.
Leggi di più Leggi di meno

Dettagli

2017
23 febbraio 2017
826 p., Brossura
9788874628391

Voce della critica

Renato Solmi, o della vita offesa

«Il metodo è esperienza vissuta»: è sotto questa massima di Friedrich Gundolf che sembrerebbe potersi porre l’Autobiografia documentaria di Renato Solmi (scomparso due anni fa, poco prima di compiere 88 anni). E la ragione, tuttavia, non risiederebbe nell’occasione di ritrovare, raccolti in un’unica silloge, gli scritti che in larga parte corrispondono alla sua vita e alle attività da lui svolte nei diversi momenti nei quali la sua esistenza si è scandita, quanto nel non potersi distinguere o quasi l’esercizio critico di Solmi da un’insistita ricerca del “peso del proprio sé” nelle opere e negli autori che lo occupino. Ciò appare specialmente evidente nel suo reiterato appuntarsi sui lavori di Adorno, nella convinzione mai abbandonata (lo rivela in ultimo l’intervento del 2003, Adorno, il mio grande maestro) che in essi trovi espressione ciò che in lui si agita in maniera informe e incognita: quella “personale equazione con la vita”, sempre sulla punta della lingua, eppure pronta a dileguarsi non appena la si tenti di pronunciare.

Le stesse affinità che suo padre – il celebre critico letterario ritratto con compassata ammirazione in Sergio Solmi. Una testimonianza personale (2000) – aveva precocemente scorto fra l’amico Giacomo Debenedetti e la Recherche proustiana, in ragione di un comune “spirito mondano ed intellettuale”, paiono riproporsi con analoga intensità nello slancio con il quale le pagine adorniane di Minima Moralia sono state da Solmi introdotte, tradotte e soprattutto difese da quanti, nella cultura filosofica italiana degli anni Cinquanta, vi ritennero di trovare soltanto i germi di un conservatorismo passatista, velato da un gusto estetizzante di impronta nietzscheana. Sfuggiva, in un tempo nel quale – ricordava Leonardo Ceppa nel 1979 sostituendo o, meglio, diluendo e integrando l’ Introduzione ai Minima Moralia curata venticinque anni prima da Solmi per Einaudi – i teologi non avevano ancora buttato alle ortiche san Tommaso, i pochi marxisti erano crociani che passavano a Gramsci e molti ideologi del neoilluminismo propagandavano il pensiero di Dewey come ultimo grido, la peculiare caratteristica dell’“analisi disimpegnata” condotta da Adorno: il suo riuscire, valendosi delle “scorciatoie della dialettica”, a confutare la pretesa del particolare a valere come essenza e a negare in pari tempo il “cattivo universale”.

Il confronto di Solmi con Adorno, fin da subito maturato attraverso la mediazione svolta dal pensiero di Lukács, si sarebbe ulteriormente approfondito alla luce delle analisi da quest’ultimo condotte nel Significato attuale del realismo critico (tradotto dal dattiloscritto originale da Solmi, nel 1957, per Einaudi), e dedicate alla “degradazione ontologica della realtà oggettiva” e alla “correlativa esaltazione della soggettività”, impostesi nelle poetiche letterarie del tardo capitalismo. È però soprattutto sullo sfondo delle riflessioni condotte da Lukács nel Giovane Hegel (pure da Solmi curato nel 1960 sempre per Einaudi) che è possibile meglio comprendere il significato che spetterebbe all’opera di Adorno, anche qualora essa sia posta a confronto – osserva Solmi nelle pagine poste in capo alla fondamentale antologia Angelus Novus – con quella di Benjamin. La sociologia critica di Adorno promuoverebbe un’assunzione nel presente della dialettica del concreto di Lukács, volta da un lato a intendere gli sviluppi complessivi dell’evoluzione delle tradizionali forme di vita e di cultura in una prospettiva storica e, dall’altro, ad aprirsi all’avvenire come realtà concretamente possibile. Ciò del resto sarebbe imposto dall’attualità di quell’“alienazione” di cui già Hegel aveva offerto una lettura assai meno idealistica di quanto potessero suggerire le pagine marxiane di Economia politica e filosofia. Non a caso fra gli insegnamenti hegeliani riaffermati da Adorno, quello che sarebbe necessario mantenere più vivo – secondo Solmi – consisterebbe nel non risolvere la tensione inseparabile dell’esistenza in “una perdita completa di sé in una nuova natura”, bensì nell’accettarla nella sua immanente cogenza.

Recensione di Luigi Azzariti-Fumaroli.

Leggi la recensione completa su Alfabeta2.it

Leggi di più Leggi di meno
Chiudi
Aggiunto

L'articolo è stato aggiunto al carrello

Chiudi

Aggiungi l'articolo in

Chiudi
Aggiunto

L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri

Chiudi

Crea nuova lista

Chiudi

Chiudi

Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.

Chiudi

Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore