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Recensioni L' autismo e la lettura della mente

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Che tutti noi di continuo attribuiamo a noi stessi e ai nostri simili degli stati mentali è una cosa così naturale e normale che è rimasta invisibile alla scienza psicologica per decine d'anni. Ogni individuo sano possiede la capacità di interpretare il comportamento altrui in termini di stati mentali, cioè possiede una teoria della mente, perché, per i nostri progenitori del Pleistocene, saper indovinare prima e meglio le intenzioni di altri esseri umani, ma anche di altri predatori, costituiva un vantaggio considerevole nella lotta per la sopravvivenza. Come dice Baron-Cohen, ai nostri antenati era molto utile saper 'leggere la mente' dei loro simili. Questa capacità, collegata strettamente col cosiddetto linguaggio degli occhi, sarebbe dunque uno dei motivi del successo evolutivo della specie umana, e secondo l'autore verrebbe appresa rapidamente dal bambino normale. Qualcosa però può andare storto nel bambino autistico, che soffre di una sorta di 'cecità mentale'; e i risultati sono tragici, perché per esseri che si sono evoluti per vivere in stretto intreccio con le menti dei loro simili, essere ciechi all'esistenza della mente altrui è una perdita catastrofica. Con un taglio discorsivo e aderente alla realtà viva, l'autore indaga come sia possibile che il linguaggio degli occhi, porti due menti distinte a comprendere le loro interazioni reciproche.)
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