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Confermo il giudizio che avevo dato qualche anno addietro, aggiungo brevemente che in seguito alla pubblicazione di Atena nera, si è aperto un dibattito pubblico fra alcuni studiosi, soprattutto americani, e sono stati pubblicati alcuni libri, fra questi, si sono distinti gli avversari di Bernal che hanno rigettato le sue opinioni, accusandolo di essere un criptocomunista ( argomento che faceva perno sul fatto che il padre di Bernal, un noto matematico, era stato comunista) e di essere ostile alle tradizionali opinioni sulle origini della civilizzazione greca per motivi ideologici. La lettura delle obiezioni fatte a Bernal appare capziosa e tradisce un atteggiamento conservatore, è un vero peccato che in Europa il lavoro di Bernal e le polemiche seguitene non abbiano ricevuto l'attenzione che avrebbero meritato.
Il Bernal ha incominciato a demitizzare la cultura greca esaltata sino alla fine dell'ultimo conflitto mondiale come "primo motore" dell'occidente. Mito creato nell'ottocento dall'idealismo e dal romanticismo tedesco. Oggi è bene riguardare la storia "rimbastendola ex novo" alla luce della ricerca su base scientifica scevra da condizionamenti.
Ho letto l'opera nell'edizione originale in inglese ed ambedue i volumi: per quanto di lettura impegnativa (certamente più lieve per chi si intende di glottologia, linguistica classica o di lingue antiche del medio oriente), si tratta di un lavoro di eccezionale interesse per chiunque abbia frequentato la scuola secondaria ed abbia fatto i normali studi sull'antichità e sulle origini della civiltà europea e mediterranea. La "novità" della questione, cioè la rimessa in discussione dell'immagine corrente sulle origini della cultura greca è sconvolgente. Le argomentazioni sono convincenti e illuminanti, anche su come si formano i paradigmi che poi indirizzano le opinioni dell'uomo di media cultura. E' un vero peccato che non sia stato tradotto in italiano il primo volume di Black Athena, apparso nel 1987 col significativo sottotitolo "The Fabrication of Ancient Greece 1785-1985".
Recensioni
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scheda di Martignetti, P., L'Indice 1995, n. 6
scheda pubblicata per l'edizione del 1994
Bernal presenta una tesi di fondo del tutto rivoluzionaria rispetto alle concezioni storiografiche consolidate sulle origini della civiltà classica; perciò è da segnalare, con apprezzamento, la sollecitudine con cui viene tradotto questo ampio e impegnativo testo. I lettori italiani possono così accedere ai termini del dibattito che si sta sempre più estendendo attorno all'ipotesi di Bernal che ritiene del tutto inventata, negli anni attorno al 1840, la teoria secondo la quale la civiltà greca sarebbe stata il risultato di una fusione culturale, seguita a una conquista dei preesistenti popoli ellenici da parte di genti venute dal Nord. Questo modello, denominato "ariano", sarebbe un'invenzione maturata nel clima culturale del tempo e volta ad affermare la superiorità razziale degli europei. I greci possedevano sulle loro origini un modello diverso, definito "antico" e accettato sino alla fine del XVIII secolo, secondo il quale lo sviluppo era dovuto alla civilizzazione delle popolazioni indigene da parte di coloni egizi e fenici e a successivi prestiti dalle culture del Mediterraneo orientale. Bernal accetta sostanzialmente il modello antico in forma riveduta e questo secondo volume (nel primo si analizzava la formazione del modello "ariano" in contrapposizione a quello "antico") è volto a dimostrarne la plausibilità attraverso l'analisi dei profondi contatti tra l'Egitto e i1 Levante da un lato e l'area Egea dall'altro durante l'età del Bronzo (3400-1100 a.C.), contatti evidenziati da un'ampia disamina delle fonti archeologiche e documentali.
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