L' astore

Splendido testo che narra il percorso arduo e complesso di un astoriere inglese ed i suoi tentativi di addestrare uno dei nobili rapaci, attraverso la forma e l'espediente letterario di una cronaca, più o meno giornaliera della sua iniziazione. Siamo alla fine degli anni trenta nella realtà rurale della Gran Bretagna dell'epoca, mentre cupe nubi di guerra si addensano sul vecchio continente. L'attenzione dell'autore è tutta rivolta ad una sorta di coeducazione tra essere umano e la creatura selvatica che si trova ad accudire e a preparare in vista della nobile arte della caccia con i rapaci. Un susseguirsi di repentini fallimenti e piccole vittorie, alle quali guardare con orgoglio e gioia. In questo senso il libro non è solo il puntuale resoconto di un'esperienza unica, ma diviene, al tempo stesso, una riflessione sui limiti dell'agire umano, sulle infinite ed imprevedibili sorti insite in ogni rapporto portato al suo limite estremo, sul conflitto tra libertà e necessità. Un bel libro, che si legge con infinito piacere.

Questo libro è la dimostrazione che se uno sa scrivere riesce a tirare fuori un piccolo gioiello anche da un manuale di falconeria. Che, diciamocelo, nell'elenco dei miei interessi sta più o meno al 99 posto, tra "Metodi casalinghi per liberarsi dai parassiti intestinali" e "Manuale di economia bancaria for dummies". Inoltre possiamo dire anche che Adelphi non sbaglia un colpo e allora ti ritrovi ad appassionarti ad libro che non è semplicemente un trattato sulla falconeria, ma una serie di riflessioni sul senso della vita, sulla libertà, sulla ricerca di un significato nelle cose quotidiane. E non puoi che condividere quel sentimento contraddittorio che anima White per tutto il libro, quell'amore travestito da odio, quella passione nutrita di insofferenza verso Gos, essere diabolico e sfuggente, tenero e capriccioso, per la cui sorte trepidiamo per tutta la lettura. Assolutamente da leggere!

Sono arrivata a questo libro per averne letto parecchi stralci in Io e Mabel ovvero L'arte della falconeria, forse mi sarebbe piaciuto di più se l'avessi letto senza essere influenzata dal vissuto e dal punto di vista di Helen Macdonald, perché mi sono accorta che facevo il tifo per l'astore a prescindere, cercando di capire poco l'uomo che addestrava e scriveva ... E' un libro di non molte pagine che si fa leggere volentieri, anche se non in tutte le sue parti, a metà fra un memori e un libro sulla falconeria, ci sono parecchi particolari e disegni di attrezzatura per il rapace, trappole etc., che penso possano risultare abbastanza pesanti se non si ha un'anima da scout. Ma è stata comunque una lettura molto gradevole, che consiglio decisamente.