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Asterusher. Autobiografia per feticci. Nuova ediz. - Michele Mari,Francesco Pernigo - copertina
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Asterusher. Autobiografia per feticci. Nuova ediz.
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Asterusher. Autobiografia per feticci. Nuova ediz. - Michele Mari,Francesco Pernigo - copertina
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Descrizione


Ispirazione fondamentale per autori di tutte le epoche, la casa è un luogo che nelle sue molte declinazioni - spazio fisico o immaginario, territorio chiuso del ricordo familiare o ambiente prescelto per le manifestazioni del subconscio - occupa un posto d'onore nella letteratura come nella vita: lasciamo le nostre tracce sulle case che abbiamo abitato, così come loro le hanno lasciate su di noi. Sono proprio le case, quelle dove ha trascorso lunghi periodi durante l'infanzia, l'oggetto del racconto per immagini di Michele Mari in "Asterusher. Autobiografia per feticci", che torna in una nuova edizione accresciuta. Attraverso le fotografie di Francesco Pernigo, Mari ci invita all'interno delle sue dimore, ci mostra gli angoli nascosti raccontando, in un intreccio di aneddoti e citazioni, la storia indissolubilmente legata agli oggetti che le hanno popolate e le popolano. Ne emerge un'identità letteraria evocata attraverso le tracce fisiche di una storia personale e familiare, un'identità ambigua come quelle, alluse nel titolo, dell'"Asterione" di Borges e degli "Usher" di Poe.
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Dettagli

2019
1 gennaio 2019
128 p., ill. , Brossura
9788875707538

Valutazioni e recensioni

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michele
Recensioni: 5/5

Libro strano. Non mi aspettavo che fosse così interessante.

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Voce della critica

Michele Mari, un puzzle di immagini e di parole
di Andrea Gialloreto

I libri che in questo 2019 hanno arricchito il catalogo dell’opera di Michele Mari sono accomunati, pur nella diversità di genere e di destinatari, dalla rispondenza al dato biografico, in quanto rendono conto di esperienze personali, letture, ossessioni e (mal)umori dettati dall’arbitrario tracciato del «clinamine impuro della vita», come recita un verso di Dalla cripta. La raccolta pubblicata nella collana bianca di Einaudi rivela la “preistoria” artistica dell’autore, giacché antologizza componimenti scritti dal 1979 ad oggi. La storia degli esordi di Mari, in controluce nella produzione in versi, può essere ripercorsa in chiaro grazie all’intervista con Carlo Mazza Galanti pubblicata nel volume Scuola di demoni. Conversazioni con Michele Mari e Walter Siti per minimum fax. Infine, giungo al vero oggetto di questa segnalazione: la ristampa per i tipi di Corraini in nuova edizione accresciuta (e con una veste grafica smagliante) di Asterusher, l’autobiografia «per feticci» nata dalla collaborazione dell’autore milanese con il fotografo Francesco Pernigo. Il punto di vista “esterno” dell’artista plasma la materia fatta riaggallare da Mari dai giacimenti della propria memoria famigliare e la costringe in una gabbia formale, le conferisce ictu oculi un senso, attribuendo di diritto al fotografo il ruolo di regista e manipolatore «ora per la riduzione di un ente complesso a un particolare, ora per l’esaltazione di nascoste geometrie».

La vicenda biografica dello scrittore è ricostruita elusivamente mediante un viaggio per immagini negli spazi privati delle case di Nasca e di Milano: l’esplorazione degli anditi celati delle dimore, con un forte risalto concesso agli oggetti, la cui rete occulta dialoga a distanza con le pagine che a quei luoghi sono ispirate, dispiega en abîme una molteplicità di piani di lettura: «si tratta di case-libro – precisa Mari –, case in cui sono stati letti libri e altri libri sono stati scritti». Il modello astratto di dimora cui si rifanno quelle reali ci riporta allo schema consolidato della casa fissata per sempre al suo stadio originario e pertanto «discontinua al mondo», ricettacolo di spettralità solidali e protettive (si veda in proposito Fantasmagonia). L’opera di trascrizione (attraverso l’articolata ragnatela dei testi, brani dai libri editi e didascalie vergate a commento delle illustrazioni) e il gioco a decrittare la simbologia e le combinazioni delle riproduzioni fotografiche (non lontane dalle prerogative diegetiche dei tarocchi calviniani, non fosse che qui si seguono i cammini di un unico, ipertrofico, destino) vivono dell’intensità e della concentrazione di un atto medianico, la pietosa negromanzia di chi si attenti a regolare i conti con il passato e con l’Ade (quanto questa impresa sia “empia” è evidente, come ben manifesta il titolo di una delle recenti poesie: Su alcune fotografie estorte agli Inferi). L’effetto di saturazione e a volte persino di bric-à-brac che esala dal viluppo di memorie solidificate in carabattole e amuleti risponde perfettamente alla «fissità quasi minerale» delle case in cui abita lo spirito della morte come quella ricordata in Euridice aveva un cane.

Recensione completa su Alfabeta2

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Conosci l'autore

Michele Mari

1955, Milano

Michele Mari è uno scrittore, traduttore e poeta italiano. Tra i suoi titoli, Di bestia in bestia (Longanesi 1989), Io venía pien d'angoscia a rimirarti (Longanesi 1990; Marsilio 1998), La stiva e l'abisso (Bompiani 1992; Einaudi 2002), Euridice aveva un cane (Bompiani 1993; Einaudi 2004), Filologia dell'anfibio (Bompiani 1995; Laterza 2009), Tu, sanguinosa infanzia (Mondadori 1997; Einaudi 2009), Rondini sul filo (Mondadori 1999), I sepolcri illustrati (Portofranco 2000), Tutto il ferro della torre Eiffel (Einaudi 2002), I demoni e la pasta sfoglia (Quiritta 2004; Cavallo di Ferro 2010), Cento poesie d'amore a Ladyhawke (Einaudi 2007), Verderame (Einaudi 2007), Milano fantasma (edt 2008, in collaborazione...

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