L' arcipelago della nuova vita

Si legge bene, la storia è semplice. Descrizioni molto dettagliate e suggestive, ma poi, alla fine, manca qualcosa e si risolve in niente. Un buon testo da cui si potrebbe trarre un ottimo film ma per il lettore davvero niente di più.

Splendido, semplicemente splendido. Gli orrori della guerra e la repressione staliania, il clima di odio e di paura e le assurdità del potere, ma anche una ricerca profonda del senso ultimo della vita. La caccia a un prigioniero evaso (che si rivelerà poi essere una donna Negidali) attraverso la sterminata taiga siberiana diventa l'occasione per analizzare le relazioni umane, basate su meschini giochi di potere, odio e violenza, e al contempo un viaggio per scoprire una nuova vita, a contatto con la natura e vissuta nell'essenzialità delle relazioni umane. Pavel Gartsev, protagonista della storia, la evoca nei suoi ricordi, e la trasmette ai giovani (il narratore e lo scapestrato Sasa) con i quali entra in contatto durante i suoi rari ritorni nel cosiddetto mondo "civilizzato". L'evocazione di quelle terre ai confini del mondo, con una natura ostile e sovrana, offre immagini assolutamente straordinarie. Uno dei libri più delicati e profondi che ho letto negli ultimi anni.

Chissà perché mi ero fatto l'idea si trattasse di una storia di caccia-alle-spie in stile terrorismo internazionale. Invece potrebbe essere un Jack London. Con tanto di nostalgia del bel mondo che non cè più.. o che non c'è mai stato. Passabile.