L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Promo attive (1)
Nella provincia emiliana microborghese e fascista, due fratelli affrontano il mondo in un modo «ventresco».
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Libro carino ...non si capisce quanto sia reale o no...ma comunque bello da leggere!!!
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
scheda di De Federicis, L., L'Indice 1993, n. 7
Antonio Faeti, classe 1939, nato a Bologna e professore nell'università bolognese di storia della letteratura per l'infanzia, ci aveva già dato qualche anno fa un bel saggio, che sembrava un romanzo, di scavo archeologico nella memoria fumettistica della sua generazione ("In trappola col topo. Una lettura di Mickey Mouse", Einaudi, Torino 1986). Ora tenta un romanzo vero con "L'archivio di Abele", incentrato ancora sul tema della memoria, sul recupero dell'infanzia, e inoltre sull'esplorazione di quel deposito mitico (residui arcaici e immagini aggiornate, letture alte e basse, proficui fraintendimenti e stravolgimenti) che è per lui la cultura popolare. Due fratelli, il mite Franco e il ribelle Arnaldo, crescono in una Bologna crudele come una fiaba, eccessiva come un fumetto, in mezzo alle confusioni del fascismo e della guerra e in una carnevalesca mescolanza di sesso e morte. La forma del romanzo è affidata al lungo monologo del più giovane Franco, voce narrante che va e viene dagli anni trenta a oggi, ricreando attraverso la storia dei poveri imbrogli e dei modelli di Arnaldo le peripezie e i trasformismi dell'Italia provinciale. Faeti usa a volte l'artificio di una falsa ingenuità quale s'addice al tipo del suo narratore, innocente e malizioso; più spesso invece immette senza risparmio nel racconto dell'autodidatta Franco la propria documentazione di studioso, il proprio gusto per i percorsi incrociati e una debordante ricchezza di citazioni. La plausibilità del personaggio ne esce incrinata, ma noi lettori ci guadagniamo. Qui è infatti la sostanza del libro, dell'"Archivio": non nell'invenzione romanzesca ma in un accumulo suggestivo di titoli e nomi d'epoca, di giornalini, film, libri della biblioteca circolante. Nel mondo raccontato da Franco non c'è differenza fra il reale e l'immaginario. Stanno in un'unica dimensione sinistramente ludica i misteri salgariani della giungla nera e i misteri del Casentino di Emma Perodi (scrittrice ottocentesca di racconti educativi!), l'incendio di Atlanta di "Via col vento" e le visioni di strage che la guerra ha stampato negli occhi di Faeti e dei suoi coetanei. Oscuri spaventi infantili si prolungano in età adulta, ed è questo il filo conduttore che nel labirintico "Archivio" della mente ha maggior risalto.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore