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Un Apprezzo seicentesco attentamente trascritto e proposto in un'edizione critica curata da Giovanni Pesiri e da Bruna Angeloni, due professionisti particolarmente competenti in tema di valorizzazione dei documenti archivistici. Per i lettori di oggi rappresenta uno spaccato geografico, urbanistico e socio-economico dell'antica contea di Fondi, di cui fecero parte, oltre alla città di Fondi, altri cinque attuali comuni del Lazio Meridionale: Monte San Biagio, Sperlonga, Lenola, Campodimele e Itri. L'Apprezzo del Feudo di Fondi venne redatto nel 1690 dai tavolari Antonio Galluccio e Lorenzo Ruggiano, due ingegneri dipendenti dal Sacro Regio Consiglioe incaricati dalla Regia Camera della Sommaria, massimo organo amministrativo del Regno di Napoli. Merito della pubblicazione è quello di mettere a disposizione dei lettori la versione originale e integrale dell'Apprezzo; infatti, finora, a fronte dell'indubbia rilevanza delle informazioni contenute in quel manoscritto, perfino gli addetti ai lavori erano costretti a ricorrere a copie e ad estratti assolutamente incompleti dell'originale, che si pensava perduto per sempre. Nel libro di Pesiri e Angeloni sono state invece pubblicate perfino tutte le tavole che gli stessi tavolari vollero allegare a completamento del loro lavoro; prima fra tutte quella relativa al disegno, finora ignoto, raffigurante il luogo dell'antico confine politico fra il Regno di Napoli e lo Stato Pontificio, ancora oggi chiamato Torre dell'Epitaffio, fra Monte San Biagio e Terracina. Questo disegno ritrae fin nei particolari il complesso monumentale cinquecentesco fatto erigere dal re Filippo II di Spagna appunto alle porte del suo regno. Proprio sotto allo stemma del Re un'iscrizione, ancora oggi leggibile, dava il benvenuto a tutti i viaggiatori provenienti dal territorio della Chiesa e diretti a Napoli.
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