Apocrifo e blasfermo

Don Gregorio Ferro è stato incaricato dal Vaticano per indagare sulla scomparsa da un orfanotrofio di un bambino di nome Nazareno. La ricerca lo porta all'interno di una clinica dove da poco è stato chiuso un reparto sulla fecondazione assistita. I tre dottori fondatori dell'IRET hanno a disposizione delle informazioni sulla scomparsa del bambino, ma qualcuno sembra sempre precedere Don Gregorio nelle sue ricerche, abbandonando le sue vittime in un bagno di sangue. Quella che inizialmente poteva sembrare solo una ricerca di un bambino scomparso, si trasforma in una caccia all'uomo. Don Gregorio sarà affiancato suo malgrado da un ispettore di polizia donna da cui si sente pericolosamente attratto. Per questa ragione e anche per altre legate al suo passato nel Vaticano, la fede di don Gregorio vacilla. Tuttavia sapremo solo alla fine se il vero significato della sua ricerca, gli omicidi, i misteri che circondano il bambino scomparso e la vera identità di quest'ultimo, potranno vivificare o spegnere per sempre la fede di Don Gregorio Ferro. Una storia che lascia con il fiato sospeso e che ci pone di fronte a numerose domande sull'etica delle sperimentazioni scientifiche, ma che soprattutto ci pone di fronte al significato della nostra stessa esistenza.

Ho letto il libro precedente di questo autore e mi era piaciuto parecchio. Così ho deciso di leggere pure questo e mi ritrovo di nuovo soddisfatta. Un romanzo breve (160 ppag.) ma molto intenso. Un solido e inteligente intreccio fra religione, scienza e poesia, e condito da un epilogo davvero sorprendente. Meritevole.