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L'apocalisse dei lavoratori è la prima opera di Mãe tradotta in italiano. Lo scrittore, nato nel 1971, ha già avuto una discreta affermazione in patria ed è stato insignito del Premio José Saramago. Il romanzo ha un'ambientazione popolare; si svolge prevalentemente a Bragança (Portogallo), con puntate a Korosten (Ucraina). Ne sono protagonisti una donna delle pulizie, Maria de Graça, la sua amica e collega, Quitéria, suo marito, marinaio mercantile, Augusto, un immigrato ucraino, Andrij, i disperati genitori di quest'ultimo, Sasha ed Ekaterina, altri immigrati dall'Est europeo, un cane, Portogallo, e il signor Pereira, "padrone" di Maria de Graça. L'elencazione di luoghi e personaggi protagonisti della narrazione è forse più indicativa degli amori tra Maria de Graça e il signor Pereira, o tra Quitéria e Andrij. Perché questo è un romanzo di relazioni, di sentimenti che si intrufolano nei personaggi al di fuori e, spesso, a dispetto della loro coscienza.
Sul piano della forma, Mãe ha messo a punto una modalità espressiva grosso modo originale, che attiene a quella che potremmo definire la veste tipografica del testo. Dei segni convenzionali del linguaggio scritto, ha mantenuto soltanto la partizione in capitoli, a loro volta distribuiti in paragrafi, la virgola e il punto fermo; tutto il resto è abolito. Così il paragrafo si presenta come un blocco unitario nel quale le azioni (narrate in terza persona), i sogni, i pensieri, i deliri e i dialoghi dei personaggi fluiscono pressoché indistinti e tutti amalgamati a uno stesso livello lessicale e sintattico. Le voci dei protagonisti scorrono in una forma che è un po' di più dell'indiretto libero e un po' di meno del flusso di coscienza.
Il tema del romanzo non è la condizione del sottoproletariato senza diritti e senza difese (di cui pure si rappresenta l'attuale condizione di impietosa difficoltà); sono piuttosto in gioco la vita e la morte, la felicità e la disperazione, il puro istinto vitale e l'autocoscienza, Dio e gli esseri umani. La modalità espressiva scelta da Mãe è dunque un modo per lasciar fluire, senza organizzarle ideologicamente, le strazianti, ma, anche, consolanti, euforiche, vitali, e comunque ineludibili, tipologie contrapposte del nostro essere nel mondo. La forma attraverso cui è offerto il materiale narrativo non ha solo lo scopo di rappresentarlo, ma anche quello di radicarsi nelle persone, nello spazio e nel tempo (quasi tutti i paragrafi iniziano con il nome di un personaggio o con un'indicazione di spazio o di tempo). È una forma che nega alla terza persona l'onniscienza e la visione dall'alto, e che sospende il giudizio morale. Questa sospensione può certamente disturbare la sensibilità del lettore; è probabile, però, che della forma prescelta, fragile e delicata, lo scrittore abbia voluto mettere in qualche modo alla prova la resistenza, portandola sino a un estremo punto di rottura, sull'orlo dell'esplosione.
Paolo Mantioni
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