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Angoscia e peccato in Sören Kierkegaard - Roberto Garaventa - copertina
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Angoscia e peccato in Sören Kierkegaard
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Angoscia e peccato in Sören Kierkegaard - Roberto Garaventa - copertina
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Descrizione


Il presente lavoro analizza, collocandoli nel loro contesto storico-culturale, i principali temi affrontati da Søren Kierkegaard ne Il concetto dell'angoscia (1844): il nesso angoscia-libertà-peccato nel momento della scelta (del salto), nel momento cioè in cui il singolo individuo è chiamato a decidere responsabilmente della sua esistenza; la necessità di riscoprire l'importanza del tema del peccato nelle sue varie figure (peccato d'origine, peccato ereditario, peccato attuale) in una cultura (illuministica prima, romantica poi) in cui esso sembra essere caduto in oblio; la pluralità delle forme di angoscia di cui l'individuo è preda nel corso della sua vita (angoscia del nulla, del male, del bene, della sessualità, del finito); il rapporto tra scelta di vita e preoccupazioni quotidiane in una cristianità neopagana; il carattere demoniaco di numerosi aspetti della società moderna; l'importanza della fede come alternativa alla disperazione in cui finisce ineluttabilmente per cadere l'individuo peccatore.
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Dettagli

2007
240 p., Brossura
9788854813724

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anna v. bovani
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Questo lavoro di Garaventa, autore specializzato in temi “malinconici” (suicidio, morte, noia, angoscia), analizza alcuni dei nodi centrali di quell’opera particolarmente densa e oscura che è Il concetto dell’angoscia (1844) di Søren Kierkegaard. Ne emerge un’immagine estremamente “liquida” dell’individuo moderno, chiamato a decidere in prima persona (e cioè senza poter fare affidamento su “comunità” di sostegno) della sua esistenza e, quindi, heideggerianamente “preoccupato” – un individuo che, nella sua libertà impastata di angoscia, finisce per cercare sicurezza e stabilità nelle realtà del mondo (e in ciò sta il peccato per Kierkegaard) piuttosto che nelle mani di Dio (e cioè in un progetto “controfattuale” di vita che cerchi di modificare il mondo piuttosto che adeguarsi passivamente ad esso e alla logica del consumo, della produttività e del successo). Da quest’opera emerge così anche l’attualità della prospettiva kierkegaardiana, che ha saputo profeticamente evidenziare alcuni tratti nichilistici di fondo che minano la vita della società contemporanea e scorgere le ragioni profonde di talune inquietanti forme di “disperazione” dell’uomo d’oggi, in seguito fatte oggetto di studio dalla psicologia del profondo (depressione, schizoidia, isteria, nevrosi ossessiva). Un libro chiaro (anche se denso) e utile (5/5).

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Roberto Garaventa

Roberto Garaventa ha studiato a Genova e a Tübingen. Attualmente è ordinario di «Storia della filosofia contemporanea» presso l’Università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara. Si è occupato soprattutto di pensatori di area tedesca degli ultimi due secoli (Hegel, Schopenhauer, Kierkegaard, Troeltsch, Jaspers, Küng), nonché di tematiche esistenziali (suicidio, morte, noia, angoscia, religione). Tra i suoi lavori più recenti: Sofferenza e suicidio. Per una critica del tradizionale approccio cristiano al problema del dolore (Genova 2008); Tebe dalle cento porte. Saggi su Arthur Schopenhauer (Roma 2010); Religiosità senza dogmi. Ambiguità e prospetticità delle religioni storiche (Napoli 2012); Per...

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