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Anche gli alberi bruciano - Lorenza Ghinelli - copertina
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Anche gli alberi bruciano

Descrizione


Magari è tutto sbagliato, magari no. Magari sono più pazzo dei miei genitori, magari sono l'unico sano di mente. Magari me ne pentirò ogni giorno della mia vita. Magari no. In ogni caso, oggi decido io

Sin da piccolo, Michele ha marciato lungo i giorni, i mesi e gli anni senza mai uno scarto, senza mai una ribellione. Unico, solido legame è quello con nonno Dino, ex partigiano, ora spento dall’Alzheimer. Ma un giorno, complice una lezione di judo saltata, Michele torna a casa prima del previsto e sorprende il padre, algido professore universitario, tra le braccia di una sua studentessa. Lo scossone emotivo lo sbalza fuori dai binari della sua educata regolarità, e lo sospinge verso Vera, una compagna di classe taciturna quanto spiazzante, che sembra l’unica in grado di capirlo. Quando i genitori, in un goffo tentativo di salvare il matrimonio, annunciano il trasferimento di loro tre in America, e quello conseguente di nonno Dino in casa di riposo, Michele alza la testa, e per la prima volta nella sua vita prende una decisione che scardina gli equilibri precari da cui è sempre stato condizionato. Accanto, si ritroverà proprio Vera, ma anche tutti i suoi segreti scuri.
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Dettagli

2017
8 giugno 2017
178 p., Rilegato
9788817094238

Valutazioni e recensioni

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AliceC
Recensioni: 5/5

Lorenza Ghinelli, giovane e apprezzatissima penna thriller-horror, stavolta si cimenta con un romanzo YA. La scrittura si adatta, si fa in qualche modo più asciutta, ma proprio per questo le zampate magistrali dell'autrice bruciano forse ancora più del solito. Non voglio svelare troppo, dico soltanto che ho divorato il libro, conquistata soprattutto dalla sua forza emotiva

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Recensioni

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Voce della critica

Sarà questa casa incastonata su una quercia e più vicina alle stelle, sarà questo vento di giugno, o magari la rabbia, o magari gli ormoni. Sarà che qui siamo al riparo da tutto. Sarà che ho capito che le magie non capitano, ma vanno cercate, sarà che le pazzie a volte sono necessarie, come gli sbagli, come le brutte figure. Sarà per tutto questo, immagino. Ma non vorrei essere in nessun altro posto al mondo.

A Michele sembra un giorno come tanti. Si sveglia, sgranocchia qualcosa, va a scuola, lancia qualche occhiata a Vera, la ragazza che gli piace ma che ovviamente non gli ha mai rivolto la parola, e poi va alla lezione di judo. Ma quando il suo maestro non arriva, il ragazzo torna a casa, prima del previsto. Non è pronto per quello che trova, e forse non lo sarebbe stato mai. Perché non c’è niente che ti possa preparare alla vista di tuo padre, nel vostro salotto, sul vostro divano, con addosso una delle sue studentesse.

È come una bomba che gli esplode dentro, come uno tsunami che travolge tutte le sue certezze e lo costringe a rivedere tutti gli aspetti della sua vita e della sua famiglia che aveva sempre dato per scontati e non aveva mai messo in dubbio. Da quel momento, i suoi genitori scendono dal piedistallo, perdono quell’aura di intoccabilità di cui sono sempre stati ammantati e diventano persone, con i loro pregi e i loro difetti, le loro debolezze e la loro storia. Per la prima volta, Michele apre gli occhi, e si rende conto che le fondamenta su cui si regge la sua famiglia sono instabili da tempo, che se la mamma e il papà stanno insieme è solo per abitudine, che in casa sua è tutto una finzione.

Solo nonno Dino è incolume. È malato di Alzheimer da tempo e vive lontanissimo, in un regno tutto suo fatto di ricordi e di epoche sepolte. Eppure a Michele sembra la persona più normale, l’unico con il quale riesca a sentire ancora un legame, uno di quelli più stabili e profondi. Per i suoi genitori invece è diventato solo un peso. Per questo quando decidono di ricominciare una nuova vita in America, convinti che basti questo per salvare un matrimonio traballante, nonno Dino non potrà andare con loro. Per lui c’è solo un posto: una casa di riposo per anziani.

Per Michele è una cosa inaccettabile. Sa che se per i suoi genitori il nonno potrebbe anche non esistere è solo perché non riescono a capirlo. E se finora ha sempre cercato di mantenersi calmo e razionale, adesso la rabbia prende il sopravvento, portandolo a disobbedire e a commettere una pazzia, uno di quegli atti rivoluzionari possibili solo durante l’adolescenza. Forse quello che deve fare è spingersi talmente oltre da toccare il fondo. Ma non dovrà sopportare tutto da solo. Perché ora Vera sembra averlo notato: sono stati il dolore e la rabbia che ha visto nel cuore di Michele ad attrarla. Quel ragazzo sempre così perfetto e impeccabile non aveva nulla da dirle, prima, ma ora in comune hanno moltissimo. E sarà solo riconoscendo la sofferenza, accettandola e condividendola che i due ragazzi potranno lasciarsi l’infanzia alle spalle e fare il primo passo verso l’età adulta.

Il rapporto che Lorenza Ghinelli instaura con i suoi lettori è bellissimo. Con loro è sincera e diretta, perché sa perfettamente che i ragazzi sono esigenti e non vogliono essere presi in giro. Per questo chiama le cose con il loro nome, senza nascondere nulla e senza mitigare gli aspetti meno piacevoli. In fondo, il dolore è un elemento imprescindibile per la crescita, perché è proprio il dolore che ci apre gli occhi, che ci offre un’opportunità di riscatto e che ci dà la possibilità di costruirci un futuro più luminoso. E non importa quanta sofferenza proviamo e quanto a fondo dovremo cadere prima di rialzarci. Quello che conta è la strada che facciamo per venirne fuori, più maturi e più forti di prima.

Recensione di Mauro Ciusani

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Conosci l'autore

Lorenza Ghinelli

1981, Cesena

È diplomata in grafica pubblicitaria, fotografia, web design e montaggio digitale. Laureata in Scienze della Formazione, ha conseguito presso la Scuola Holden di Torino il Master in "Tecniche della narrazione". Autrice di vari racconti, opere teatrali e cortometraggi, ha scritto Francis degli specchi, un romanzo disegnato da Mabel Morri. Nel 2010, insieme a Simone Sarasso e Daniele Rudoni, ha pubblicato J.A.S.T. (Marsilio). Vive a Roma dove lavora come editor e sceneggiatrice per la Taodue.Il suo primo romanzo è Il Divoratore (2011). La colpa (2012) è entrato nella cinquina dei finalisti del Premio Strega 2012. L'anno successivo sono usciti Sogni di sangue e Con i tuoi occhi. Nel 2014 il suo racconto "Un diavolo per capello" appare nell'antologia Delitti di Capodanno....

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