Amok. Le stragi dell'odio

In Malesia, amok è un attacco di follia omicida immotivata e incontrollabile verso chiunque si pari davanti, umano o animale. Il nome fu dato dai primi esploratori, perché quando in un villaggio accadeva un simile episodio, si sentiva gridare “Amok, Amok” per mettere in guardia gli abitanti: era il nome dello spirito malvagio che entrava nell’anima dell’indemoniato. Anche in Occidente avvengono stragi dettate da deliri paranoidi o dall’odio x l’umanità intera, fomentate da disgrazie o torti subiti, a cominciare dalla prima documentata, ai primi del ‘900, compiuta da un contadino toscano che sterminò l’intera famiglia di nove persone e gli animali della sua fattoria. Nel 2015 un imprenditore, esasperato da una causa di fallimento, uccide tre persone nel tribunale di Milano; in Arkansas un uomo uccide uno per volta quattordici parenti; in Connecticut un ventenne commette una strage in una scuola massacrando venti bambini e sei insegnanti prima di togliersi la vita. Gli omicidi nelle scuole o sul posto di lavoro sono spesso scatenati da risentimenti personali e avvengono in tutto il mondo; a volte i protagonisti sono donne. La seconda parte, meno interessante, descrive gli omicidi dettati da pregiudizi, come la misoginia, il razzismo, l’omofobia, il fanatismo religioso. Carlo Lucarelli è un giornalista specializzato in cronaca nera, conosce bene l’argomento e sa raccontare in modo diretto e coinvolgente, anche se non mi piacciono l’istrionismo e il protagonismo con cui presenta i suoi programmi. Descrive i delitti in poche pagine essenziali, quasi una cronaca diretta in stile televisivo, con il tragico bilancio finale di morti. Cerca di dare spiegazioni psicologiche e scientifiche per le stragi familiari e gli omicidi di massa, dalla psicosi depressiva, alla paranoia, alla schizofrenia: è difficile in questi casi distinguere il limite della malattia mentale. Massimo Picozzi è uno psichiatra criminale fra i più accreditati in Italia, e contribuisce x la parte medica.

se individualmente sono meravigliosi, assieme sono strepitosi. "to run amok" si traduce circa in "essere in preda ad una furia violenta ed omicida". rampage killer, spree killer, mass murder.. difficile parlare di cervelli che fanno "click" quando chi entra in scena lo fa portandosi appresso 4 armi e centinaia di munizioni, quando chi piazza una bomba ci ha messo 9 anni a procurarsi il materiale "esplosivo" fingendo di essere un'azienda agricola a cui quei prodotti servono per concimare i terreni, quando chi compie una strage conosce orari e abitudini dei "bersagli". il libro, come anticipano gli autori, nasce con un triplice scopo: raccontare le storie dei protagonisti di questi delitti (carnefici ma anche vittime), capire da dove arrivi l'odio che li ha spinti a compierli, cercare risposte all'ottuso dilagare delle emozioni distruttive (anche e soprattutto quelle che si trovano nella rete). la narrazione empatica e chirurgica di Carlo, le analisi psicologiche e le nozioni storicoscientifiche di Massimo, le considerazioni di entrambi fanno di questo libro un gran libro... ma che magone quei corpi rimasti a terra...