L' ametista pallida

La vedo, col suo gatto in grembo, accarezzandolo e, nel frattempo, pensare a come congegnare una delle sue storie gialle, per farne un nuovo libro, dalla cui copertina lasciare affacciarsi quel solito discendente della dea Bastet, dallo sguardo intrigante. Chi ha letto di Maristella, come io la chiamo, uno dei suoi magnifici saggi, non immagina quali strade pericolosamente percorse presenti, quali succose notazioni di moda, d'arredamento, faccia assorbire ai suoi stupiti lettori, per farli giungere, soddisfatti, al panoramico piazzale delle sue soluzioni di storie ottimamente condotte. Ma, attenzione, i gialli della Santini sono veri classici, perciò in quel panoramico piazzale dove si può assaporare il gusto dello svelamento totale, bisogna guardarsi bene intorno... un mobile raggio di sole potrebbe in extremis suscitare da una scura pietra grigia, inatteso, "il barbaglio dell'oro".

Come sempre originale e piena di fantasia. Storia intrigante e con retroscena inaspettati. Ottime le descrizioni dei luoghi che ti fanno immergere completamente nel contesto e nella storia.

Un padre, due figlie. Una villa, su in cima ad un terrapieno, di fronte al mare: un falso castelletto, uno dei tanti falsi. Silvia, una manager ricca e sicura di sé. Ippolita, conflittuale, alle prese con una strusa tesi di laurea. Arriva l'amore, il tradimento e la morte, mentre lassù, nelle proprie viscere, la villa nasconde un segreto, un segreto abbagliante.