Il nerkionomicon. La storia dei Prophilax, la rock band più licenziosa di sempre

Premessa, per me i Prophilax sono tra le migliori rock band italiane. Musicalmente non sono secondi a nessuno, in particolare trovatemi un chitarrista del livello di Ludovico Piccinini. O un batterista come David Folchitto. O un paroliere ispirato come Fabio Pinci, inesauribile nella sua vena volgare, anzi volgarissima... ma che in fin dei conti non fa altro che mettere a nudo la realtà, senza alcuna connotazione valoriale. Non può essere un caso se, dopo averli scoperti nella preadolescenza come pretesto per farsi due risate facili, li seguo tutt'ora in piena maturità (almeno quella anagrafica) Astenersi moralisti, persone in procinto d'intraprendere il cammino neocatecumenale e, soprattutto, musicisti impegnati: per tutti gli altri, questo libro è la classica opera di cui non sapevamo di avere un disperato bisogno: un tributo onesto e accorato, scritto da un fan per i fan... ma che è un ottimo pretesto per cooptare non dico nuovi fan (è dura esserlo, anzi durissima...), ma quantomeno per estendere la conoscenza di uno dei progetti musicali più peculiari d'Italia, paese dove peraltro non esiste il politically correct e dove distinguersi nel ramo demenziale è difficilissimo. Loro ci sono riusciti e ci riescono ancora dopo oltre 30 anni: ha ragione Federico Guglielmi (piacevole sorpresa trovare la sua prefazione), provateci voi. Il libro però ha un difetto: finisce. Seriamente, in un’oretta e mezza lo si fa fuori. Da fan avrei gradito ulteriori "storielle" o altri contenuti extra come interviste strutturate ai membri, o ancora approfondimenti tematici su alcune canzoni. Ad ogni modo le 5 stelle sono meritatissime, per premiare quest'iniziativa e ringraziare la band delle incalcolabili di ore di intrattenimento, di avermi risollevato dalle depressioni, dei mille modi di dire divenuti d'uso comune per tanti... e per la coerenza di un percorso in cui hanno sempre tenuto altissima l'asticella del pessimo gusto.