Il corrispondente dall'estero

Prima parte lenta. Ho avuto più volte la tentazione di interromperne la lettura. L'ho lasciato stare per un mesetto. Dopo aver ricominciato a leggerlo ho avuto la fortuna di superare la metà della storia. Da quel momento il romanzo diventa appassionante e il protagonista assume la giusta definizione. Alan Furst te la fa un po' soffrire questa vicenda comunque istruttiva per gli argomenti che mette in campo, con riferimento agli anni che precedettero lo scoppio della seconda guerra mondiale, con la firma del trattato di alleanza dell'Italia con la Germania hitleriana. Alla fine il senso di smarrimento e la forza di credere in un futuro migliore vengono garantite dall'autore. Ma, come detto, ci vuole un po' di pazienza.

Buon romanzo questo pubblicato di Giano. Buona l'intenzione di parlare dei rifugiati italiani in Francia prima dello scoppio dell'ultima guerra. Fra difficoltà di vita e l'interesse di alcuni servizi segreti si dipanano le avventure di Carlo Weisz, triestino, corrispondente della Reuter e direttore del giornale clandestino di Giustizia e Libertà. Mi sembrano ben tratteggiate tutte le varie figure, con l'eccezione del colonnello Ferrara, troppo sopra le righe.