Il sentiero nascosto delle arance

Grecia, estate di fine anni 90. Quattro personaggi bizzarri e solitari, apparentemente sconclusionati, le cui vite si intrecciano in maniera strana e il cui fine unico che li lega è la volontà di dare una svolta alle proprie esistenze. Quattro vite distanti l'una dall'altra, ma ognuna di essa racchiusa nella fragilità quotidiana e segnata da piccole manie stravaganti. Filo conduttore per tutti e quattro l'immenso bisogno d'amore. Lia, una ragazza affetta da un virus misterioso che crea anticorpi per malattie inesistenti distruggendola nel corpo e nell'anima. Vive internata in un ospedale di Atene circondato da alberi di arance; unico legame col mondo esterno suo fratello Sid, un personaggio bislacco, schivo, diffidente e poco incline alla socializzazione. Sotiris è l'infermiere sui generis che non perde occasione per maltrattare Lia la quale finirà, con l'aiuto di Sid, per tramare vendetta. Infine c'è Nina, adolescente ribelle innamorata dell'amore ma con il terrore di non essere amata, il cui unico desiderio è quello di fuggire dal luogo in cui si trova e di cui Sotiris finirà con l'innamorarsi. La scrittura è semplice e fluida ma le continue sovrapposizioni dei personaggi e dei racconti, rende la lettura spesso confusa e di difficile perseguimento di un filo logico, una sorta di puzzle i cui tasselli sono a volte caratterizzati da una trama un pò sfrangiata. Traspare la povertà dell'animo dei protagonisti e il continuo susseguirsi di pensieri, sentimenti contrastanti, emozioni e stati d'animo che trascinano i 4 ragazzi a vivere, per aspetti diversi, all'interno di un percorso quotidiano tipicamente bordeline.

"Il sentiero nascosto delle arance" è un romanzo che mi è stato regalato da una mia amica per il mio compleanno. Se non me l'avesse regalato, mi sa che l'avrei comprato perché sia il titolo che la copertina erano accattivanti. L'ho trovato, però, triste, a tratti disperato. I protagonisti - Lia e il fratello Sid, Sotiris, Nina- non riescono ad uscire dal loro mondo negativo, disperato e provano quasi un piacere inconscio a crogiolarsi nella loro negatività, anche se fa eccezione Nina che fa trasparire il suo desiderio di fuggire, di uscire fuori dal mondo stretto in cui vive. Il romanzo della scrittrice greca Ersi Soiropoulos è stato pluripremiato in Grecia sicuramente perché la trama risulta originale (fin troppo) e l'intensità con cui ha narrato la sua storia è certamente pregnante. La traduzione in italiano rende questa intensità, anche se presenta qualche refuso. Nel momento in cui ci si appresta alla lettura di questo romanzo ci si deve sentire pronti, perché a dispetto del titolo "romantico" non ci si troverà a leggere una storia che allieta l'animo e svaga la mente, ma una storia impegnata, densa, scura e triste, anche se tanta tristezza, tanta rabbia non fanno altro che nascondere ed urlare il disperato bisogno d'amore di Lia, Sid, Sotiris e Nina.

Assolutamente una delusione! Le aspettative erano molto alte, viste le recensioni critiche positive.In realtà penso che il voto basso che ho dato al libro sia dovuto non tanto e non solo all'intreccio, ma soprattutto alla traduzione molto superficiale, a volte troppo letterale e poco attenta. Per farvi un esempio, all'interno di una stessa frase con soggetto femminile plurale, si passa al maschile plurale "arance e mele ... li ho divorati" o una cosa del genere... mah! Peccato! Tanto di cappello però a chi ha scelto la copertina: rende il libro così accattivante, che sicuramente riuscirà a vendere, ... anche se non basterà a colmare la delusione che si proverà in seguito, dopo averlo letto!