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Anno edizione: 2020
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«Di certi autori capita che non si legga subito la loro primissima produzione. Magari è uscita in sordina, magari il loro è un successo venuto in un secondo tempo. È successo più o meno lo stesso con Emmanuel Carrère. Ma le 150 pagine di I baffi s’impongono a una lettura avida e ininterrotta sin dalla prima pagina.» - Teresa Bellemo RivistaStudio
«Ci sono romanzi come puzzle, devi mettere insieme tutte le tessere. Altri, come questo, sono un filo che si tira e sistema ogni cosa» - Gabriele Romagnoli
È quasi un capriccio, uno scherzo, quello di tagliarsi i baffi, da parte del protagonista di questo inquietante romanzo. Ma ci sono scherzi (Milan Kundera insegna) che possono avere conseguenze anche molto gravi. Il nostro non più baffuto eroe si troverà infatti proiettato di colpo - lui che voleva solo fare una sorpresa alla moglie - in un universo da incubo: perché tutti quelli che lo conoscono da anni, e la moglie per prima, affermano di non averli mai visti, quei baffi, e che dunque nella sua faccia niente è cambiato. Il mondo comincia allora ad apparirgli «fuor di squadra», e il confine tra la realtà e la sua immaginazione sempre più sfumato. Delle due l'una: o è pazzo, o è vittima di un mostruoso complotto, ordito dalla moglie con la complicità di amici e colleghi, per convincerlo che è pazzo. Non gli resta che fuggire, il più lontano possibile. Ma servirà? O non è altro, la fuga stessa, che il punto di non ritorno? Per nessun lettore sarà facile ripensare a questo libro - in cui ritroviamo le atmosfere visionarie e paranoiche di quel Philip K. Dick sul quale Emmanuel Carrère ha scritto - senza un brivido di turbamento.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Scoperto per caso, mea culpa, questo libro mi ha fatto innamorare dell'autore. Ora ho l'intera opera!
Un uomo si taglia i baffi dopo anni. La moglie,i colleghi e gli amici non se ne accorgono perchè sostengono non li abbia mai avuti. Sembra l'incipit di una storia dalla quale aspettarsi surrealismo/comedy alla "francese".Invece è solo l'inizio di un macchiavellico racconto che affonda le radici nell'ossessività di pensiero oserei dire "Hitchcockiana". Una curiosità:Carrère ha scritto la prefazione di "Epepe",folle e inquietante romanzo dell'ungherese Ferenc Karinthy e proprio nella seconda parte del libro pare di essere nel mondo di Epepe. Il finale de "I Baffi"non ve lo aspettate di sicuro. Sconvolgente.
Un viaggio in crescendo nell'assurdo, con finale disturbante. Kafka e Lynch sono i primi due nomi che per associazione mi vengono in mente. Non è il tipo di libri che amo leggere. Anzi, con questo ho fatto davvero fatica, un po' per la pesantezza del seguire i flussi mentali del protagonista, che riempiono le pagine del romanzo quasi interamente, un po' per l'angoscia che trasmette, perlomeno a me, pur essendo sempre più difficile immedesimarsi nel protagonista. La mia elaborazione della storia è diversa da quella che ne hanno fatto tanti altri lettori. Forse, anzi, probabilmente, per ciò che la vita mi ha fatto vivere, più che vedere il libro come il racconto della distruzione dell'identità di una persona quando l'immagine che crediamo gli altri abbiano di noi si rivela illusoria se non falsa, io lo considero, almeno nel primo quarto, la descrizione della finzione che finisce per regnare sovrana in una coppia quando la posizione di lui e quella di lei diventano inconciliabili, e la riappacificazione che avviene durante l'unione carnale, benché appassionata e soddisfacente per entrambi, ha vita breve, brevissima, e le promesse e dichiarazioni che si fanno in quegli istanti diventano prive di valore. Mi fermo al primo quarto di libro, quando ancora le assurdità non minano completamente una parvenza di realtà, e mi chiedo in quante coppie uno dei due, quando non entrambi, rinunci a chiarire una questione ineludibile del rapporto di coppia per quieto vivere, che si trasforma in un finto vivere che toglie di significato non solo alla vita di coppia, ma anche alla propria vita... Quante?
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