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Opere scelte - Albert Einstein - copertina

Dettagli

1988
21 novembre 1988
793 p.
9788833904429

Voce della critica


recensione di Viano, C.A., L'Indice 1989, n. 4

Alla biografia di Einstein, scritta da Abrabam Pais ("Sottile è il Signore...", Bollati Boringhieri 1986) si aggiunge ora una raccolta di scritti del grande scienziato curata da Enrico Bellone. I due volumi sono in qualche modo complementari e si integrano a vicenda; il primo ripercorre con molta cura l'itinerario intellettuale e ricostruisce le varie tappe del lavoro scientifico di Einstein; il secondo fornisce i testi fondamentali di questo cammino e ne illustra a vari livelli il percorso.
Il volume curato magistralmente da Bellone offre diversi piani di lettura: accanto a lavori tecnicamente molto impegnativi e che richiedono una cultura fisico-matematica assai elevata, quali il famoso lavoro del 1916 che introduce la teoria della relatività generale, si trovano molti scritti divulgativi, in cui, con chiarezza insuperabile, Einstein spiega i principi fisici e le implicazioni filosofiche del suo lavoro. Inoltre le lettere raccolte nell'ultima parte del volume completano il quadro illuminandolo con squarci di luce che rivelano aspetti talora drammatici ed inaspettati della vita e della solitudine di questo scienziato. Il 10 aprile del 1938 Einstein scrive all'amico Solovine:
"Proprio vero gli uomini sono più suggestionabili dei cavalli: ogni tempo è dominato da una moda, e i più non sono neppure capaci di riconoscere il tiranno.
Si trattasse solo della scienza, potremmo anche scherzarci su. Ma la politica è affare ben più grave: qui ne va della pelle. Corrono tempi orrendi e non si intravede schiarita alcuna. Follia criminale da un lato, vile egoismo dall'altro. Non che la situazione sia tanto diversa in America, ma almeno qui tutto arriva in ritardo e ha ritmi più lenti. Questo ambiente, comunque, non farebbe per Lei. Devi esser giovane e fatto con lo stampo se non vuoi morire di fame. Certo, uno come me, classificato come pezzo da museo, incuriosisce, ha successo; ma è un gioco, non impegna nessuno.
Lavoro sempre con lena, con l'aiuto di qualche giovane ed ardimentoso collega. Il cervello funziona ancora, certo la capacità lavorativa è limitata. E poi, la morte non è così brutta".
La solitudine, il pensare in modo non conforme alla moda, in politica come nella scienza, diventa una possibile chiave interpretativa del pensiero di Einstein: dal modesto ufficio di Berna ove scopre i principi fisici della relatività ristretta ed intuisce l'esistenza fisica del fotone, alla solitudine dorata di Princeton dove conduce, quasi da solo, la sua polemica sull'interpretazione della meccanica quantistica fornita dalla scuola di Copenaghen. Nei primi lavori (i classici lavori del 1905), l'influenza della speculazione di Mach sui principi della meccanica classica è assai evidente, così come appare chiara la critica empiristica al dogmatismo filosofico kantiano per quanto concerne i concetti di tempo e spazio; tuttavia la posizione epistemologica di Einstein non si appiattirà mai nell'accettazione incondizionata della metodologia positivistica. Quando quest'ultima influenzerà in modo sostanziale la formulazione della meccanica quantistica nascerà un contrasto durissimo tra Einstein e la scuola di Copenhagen. Il punto più alto del dibattito filosofico del nostro secolo verterà proprio su questi problemi. Ancora una volta la posizione di Einstein è resa con particolare trasparenza in una lettera all'amico Solovine del 30 Marzo1952. Einstein scrive:
"Ebbene, ciò che ci dovremmo aspettare, a priori, è proprio un mondo caotico del tutto inaccessibile al pensiero. Ci si potrebbe (di più, ci si dovrebbe) aspettare che il mondo sia governato da leggi soltanto nella misura in cui interveniamo con la nostra intelligenza ordinatrice: sarebbe un ordine simile a quello alfabetico, del dizionario, laddove il tipo d'ordine creato ad esempio dalla teoria della gravitazione di Newton ha tutt'altro carattere. Anche se gli assiomi della teoria sono imposti dall'uomo, il successo di una tale costruzione presuppone un alto grado d'ordine del mondo oggettivo, e cioè un qualcosa che, a priori, non si è per nulla autorizzati ad attendersi. È questo il "miracolo" che vieppiù si rafforza con lo sviluppo delle nostre conoscenze".
Bellone ha molto opportunamente collocato accanto ai lavori più classici di Einstein sulla relatività, gli altri, non meno importanti, sulla fisica statistica e sulla meccanica quantistica, ed in particolare il lavoro, condotto in collaborazione con Podolski e Rosen, che dà luogo alla antinomia "E.P.R.": antinomia che sta alla base della discussa interpretazione della meccanica quantistica.
Il volume si apre con una limpida introduzione del curatore, che riesce ad illuminare e chiarire i difficili problemi trattati nei testi. La raccolta degli scritti è divisa in sei parti. Nella prima parte si trova l'autobiografia del 1949. Nella seconda parte si trovano 15 scritti strettamente scientifici, che includono i saggi del 1905 sulla relatività ristretta, l'articolo del 1916 sulla relatività generale; l'ultima nota è del 1936 ed è intitolata: "La deflessione della luce nel campo gravitazionale di una stella fa agire quest'ultima come una lente e dice quanto sia attuale il lavoro cosmologico di Einstein". La terza e quarta parte contengono rispettivamente scritti di divulgazione scientifica e di riflessione epistemologica. Le pagine dedicate a Politica e Società illustrano l'impegno civile di Einstein. L'ultima sezione del volume presenta una parte dell'epistolario di Einstein di cui abbiamo parlato all'inizio. La veste editoriale è impeccabile.

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Conosci l'autore

Albert Einstein

1879, Ulma

Albert Einstein nacque a Ulm in Germaniana. Fu direttore dell’Istituto Kaiser Wilhelm di Berlino fino al 1933, anno in cui fu costretto dai nazisti a lasciare la Germania. Si trasferì negli Stati Uniti, dove insegnò nell’Università di Princeton. Nel 1905 formulò la teoria della relatività speciale, confermò l’esistenza degli atomi e pose le basi per la meccanica quantistica. Nel 1916 formulò la teoria della relatività generale, che divenne la base per costruire il primo modello cosmologico-relativistico, da lui proposto nel 1917. Fu insignito del Premio Nobel per la fisica nel 1922 per i suoi studi sull’effetto fotoelettrico. Nel 1933 fu costretto ad emigrare negli Stati Uniti a causa dell’avvento del...

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