Possiamo salvare il mondo, prima di cena. Perché il clima siamo noi

Libro che mi ha aiutato molto a riflettere. Non parla semplicemente dell'emergenza climatica che stiamo vivendo ma mettete in discussione le nostre scelte e cose possiamo fare nel nostro piccolo che tanto piccolo non è, semplicemente riducendo il nostro consumo di carne.

Non è un saggio scientifico, né tantomeno un libro a favore del vegan e del ritorno alle origini come Il dilemma dell'onnivoro. È una lunghissima riflessione che fa leva su molteplici fatti della storia recente e della stessa biografia dell'autore. Una riflessione peraltro davvero interessante, che va a scavare a fondo nei nostri valori e che assume ancora più significato nell'era della pandemia da Covid. Una riflessione che ci ricorda come siamo tutti legati, come il peccato dell'individialismo in un mondo globalizzato sia gravissimo e come bisognerebbe al contrario ricordare che rispettare gli altri e comportarsi in modo civile e consapevole sia prima di tutto una dimostrazione di rispetto nei confronti di noi stessi. Anche se la tesi di fondo di questo lavoro è che per risolvere almeno in parte i cambiamenti climatici bisognerebbe mangiare meno carne e prodotti di origine animale, è l'autore stesso a dichiarare che dopo anni di alimentazione vegetariana ancora non è riuscito nell'intento di non cibarsi più di latticini e uova. E il problema, a suo parere, è che ancora non crediamo veramente all'esistenza di un problema enorme come quello del clima. Ancora pensiamo che ci possano essere vie d'uscita che non implichino un cambiamento radicale delle nostre abitudini di vita. E questo perché, quando qualcosa non ci tocca in modo concreto e vicino, sarebbe necessario un atto di fede nei confronti della scienza. Sarebbe necessario crederci per davvero: operazione apparentemente semplice, eppure di una difficoltà estrema. È un lavoro di incredibile profondità, che insieme porta importanti testimonianze anche sul genocidio degli ebrei, che toccò direttamente i nonni di Safran Foer. Lo consiglio assolutamente (anche ai carnivori convinti come me): ogni tanto è fondamentale a mio parere che qualcuno ci ricordi ciò che davvero è essenziale e i valori di cui non possiamo fare a meno.

prolisso ed eccessivamente generico. Un trattato scientifico non avrebbe raggiunto una grande platea di lettori e sicuramente lo scopo era sensibilizzare il maggior numero di persone alla causa ambientalista. Tuttavia l’essere tanto vago e divagante spinge il lettore ad abbandonarlo a metà, vanificando l’obiettivo di essere arrivato nelle case di tante persone.