Il tiranno

Professore di archeologia all'Università Bocconi di Milano e autore di fortunati romanzi storici, Valerio Massimo Manfredi ha guidato molti lettori alla scoperta di personaggi ed episodi della storia antica. La trilogia Aléxandros, dedicata all'epopea di Alessandro Magno, Chimaira e L'ultima legione sono solo alcuni dei libri in cui l'autore racconta i misteri della civiltà romana, greca, egiziana, etrusca, mescolando abilmente finzione e realtà in trame di grande effetto.
Una nuova storia ambientata nella Sicilia del V secolo a. C. si aggiunge ora alla sua già ricca bibliografia: è l'avventura di Dionisio I di Siracusa, una delle fugure più discusse dell'antichità; un personaggio dalla fama controversa, che spazia dalla figura del dittatore spietato ed egocentrico a quella dell'uomo eccezionale, sospinto da una forza di volontà quasi sovrannaturale e dotato di un intelletto capace di precorrere i tempi. Convinto della necessità di allontanare dall'isola i dominatori cartaginesi, Dionisio ingaggia un duello che assume i toni di uno scontro epocale tra un singolo individuo e una superpotenza. Pur di raggiungere il suo scopo, è pronto persino a correre il rischio di passare alla memoria come il Tiranno per eccellenza. Ma chi fu veramente? Al di là dei giudizi di storici e contemporanei, chi leggerà il romanzo di Manfredi non potrà rimanere insensibile di fronte alla grandezza di una personalità eclettica, sia dal punto di vista intellettuale sia da quello morale, capace di passare da slanci di estrema abnegazione a momenti di lucida spietatezza. Incredibile uomo di guerra e di potere, inventore di micidiali macchine da combattimento e delle terribili "pentere", devastanti navi da battaglia a cinque moduli di cinquanta rematori, ma anche drammaturgo, abile statista, poeta e amante appassionato per sempre devoto al ricordo di Arete, suo primo e sfortunato amore. Dionisio fu tutto questo: combattè cinque guerre e innumerevoli battaglie e riuscì a creare un immenso stato che si estendeva dalla sua Siracusa fino al nord Adriatico, basato su un ferreo assolutismo.
Con un ritmo incalzante, che riesce a catturare il lettore dalla prima all'ultima pagina, il romanzo ripercorre le tappe di una vicenda umana unica e irripetibile. L'autore si dimostra particolarmente attento nella realizzazione di descrizioni e dialoghi fedeli agli usi e ai costumi dell'epoca e costruisce la narrazione in coerenza con le fonti antiche, in primo luogo con le cronache di Diodoro Siculo, pur effettuando delle scelte di semplificazione necessarie a rendere più fluida e comprensibile una vicenda molto complessa. Ancora una volta Valerio massimo Manfredi riesce ad individuare tra le pieghe del remoto passato una storia che sembra fatta apposta per essere raccontata, e la fa venire alla luce, trasformandola in un'avventura dal sapore epico ma anche in un racconto modernamente avvincente.