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I repubblicani nel secondo dopoguerra (1943-1953)
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Descrizione


L'autore ricostruisce i passaggi con cui il Partito Repubblicano Italiano, negli anni cruciali del dopoguerra, assunse una precisa collocazione politica nella nuova realtà istituzionale della giovane Repubblica italiana, contribuendo a porre le basi per una "modernizzazione" del sistema politico italiano.
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1998
1 novembre 1998
262 p.
9788880631866

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PatriziArienti
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I REPUBBLICANI NEL SECONDO DOPOGUERRA di Alessandro Spinelli ripercorre la storia del PRI. In tutta la sua storia, il partito italiano che si riallaccia al pensiero politico di Giuseppe Mazzini, ha avuto come obiettivo fondamentale dell'azione politica l'affermazione della forma istituzionale repubblicana, oggi accettata senza discussioni dalla stragrande maggioranza del Paese. Nel PRI esistevano due correnti: la prima che faceva capo all'on La Malfa e che rappresentava la stragrande maggioranza delle iscritte e degli iscritti repubblicani che era decisamente favorevole alla politica di centro-sinistra e, sul piano programmatico, molto vicina-senza peraltro confondersi- alle tesi avanzate dal PSI. La seconda corrente, minoritaria, del PRI il cui esponente era l'on. Pacciardi, ministro della Difesa in varie legislature, auspicava invece un ritorno al quadripartito ed accusava la corrente di maggioranza lamalfiana di slitttamenti sul piano ideologico su posizioni non-ortodosse alla tradizione mazziniana storica dei repubblicani. Il PRI appartiene ancora oggi al gruppo dei partiti laici italiani ed europei, tendenzialmente più equilibrato comunque del Partito Radicale di Pannella, con il quale il PRI si alleò nelle elezioni generali del 1958- quando non volle entrare nel governo bipartito DC- PSDI presieduto dall'on. Fanfani preferendo mantenersi all'opposizione critica di detto governo-e dopo aver fatto parte varie volte dei governi di coalizione democratica del DOPOGUERRA fino al 1957

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