Costa sottovento

È dura la vita di un capitano senza nave e ridotto sul lastrico, inseguito dai creditori. Al punto da accettare di buon grado il comando di una nave nota come "lo sbaglio del carpentiere" e stare agli ordini di un ammiraglio ostile (d'altra parte "se si fornisce un uomo di corna, è possibile che c'incorni"). Bel romanzo di 'cappa e spada sul mare', ho apprezzato meno le parti dedicate alle avventure a terra.

Questo è uno di quei libri a cui t’affezioni, t’affezioni all’ambiente e ai personaggi, e allora ho deciso di prendermi la sana abitudine di leggermene uno della serie ogni tanto, magari d’estate quando fa molto caldo, questo poi per buona parte è ambientato nella fresca Inghilterra; anche se tutto sommato l’atmosfera della terraferma è un po’ tesa, meglio andarsene per mare su una bella nave, tra viaggi, battaglie e le piacevoli e divertenti serate in compagnia del capitano Aubrey e del dottor Maturin.

Anche se i giudizi di questo tipo lasciano il tempo che trovano, dipendendo da fattori soggettivi e variabili come lo stato d'animo del lettore, le occasioni di lettura, le riletture etc., forse questo è il migliore in assoluto dei libri di O'Brian. Ne è certo uno dei più compiuti ed autosufficienti, tanto che difficilmente lo si penserebbe inserito in una serie (evidentemente neanche l'autore immaginava il gran numero, forse eccessivo, di romanzi che avrebbe scritto in seguito). E' quello che più si avvicina ad esempi letterari illustri: tanto d'epoca, come i romanzi di Jane Austen, dei quali conserva il meglio eludendone elegantemente il peggio, ossia la noia, quanto contemporanei, come il grande Umberto Eco. Nello stesso volume il romanzo storico, psicologico, filosofico e d'avventura si coniugano mirabilmente grazie ad uno stile elegante ed arguto che sfugge l'eccessiva piattezza di Forester come la scrittura impetuosa e poco rifinita di Dumas, evita il modulo di mera cappa & spada alla Salgari e schiva il rischio alla Cornwell di trapiantare Rambo nel diciottesimo secolo. Caratteristiche che, unite ad un impiego sistematico dell'inizialmente ostico gergo nautico, rendono questo romanzo piacevolissimo da leggere e realistico al punto giusto nella sua finzione (con una vena di ironia e divertimento), e pongono un abisso tra i romanzi di O'Brian e quelli, seppur piacevoli, concepiti in modo più semplicistico e adeguato ai gusti (facili) dei lettori, da ombrellone.