La camera azzurra

Avevo tanto sentito parlare di Simenon che ho deciso di leggere un suo famoso libro, La camera azzurra, o meglio ascoltarlo grazie all’audiolibro. Resto sempre un po’ distante dalla letteratura e narrativa francese, benché abbia avuto qualche piacevole incontro, ma questo libro non mi è sembrato all’altezza dei gialli italiani o dei migliori gialli in circolazione. A mio parere una trama scontata, già sentita e risentita, letta e riletta, con alla base il tema dell’infedeltà coniugale e il voler superare gli ostacoli, intesi come persone, motivati dall’egoismo.

Un magistrale noir in cui il sapiente narratore svela lentamente al lettore – invischiato nella vicenda, al pari del protagonista, come nella tela di un ragno – una storia apparentemente banale (il sipario si apre su una scena di adulterio in una stanza d'albergo, la "camera azzurra" del titolo) che si carica via via di aspetti cupi e morbosi, fino al tesissimo finale. Nell'immedesimazione con il protagonista, il lettore – o meglio la lettrice – non potrà sfuggire alla fascinazione per la crudele "femme fatale", che per l'uomo amato sacrifica tutta se stessa, travolgendo, nel tragico vortice della propria passione, un intero piccolo mondo di provincia.

Il Simenon dei romans durs che preferisco: la gretta provincia francese, il personaggio principale, uomo debole e fragile travolto dagli eventi, la normalità della vita che si trasforma in tragedia. Pubblicato nel 1964, può essere considerato un ritorno di Simenon ai suoi inimitabili romanzi degli anni Trenta e noi lettori, grati, partecipiamo in piena devozione, da simenoniani insomma!