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L' ignoto che appare. Scritti 1891-1914
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L' ignoto che appare. Scritti 1891-1914 - Hugo von Hofmannsthal - copertina
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ignoto che appare. Scritti 1891-1914

Descrizione


Sotto lo pseudonimo Loris i viennesi incontrarono, nell’ultimo decennio dell’Ottocento, saggi, recensioni e poesie che rivelavano immediatamente il segno della compiutezza formale, unito a quello di una rara maturità psicologica. Ma Loris era un diciassettenne, Hugo von Hofmannsthal, che con quegli scritti esordiva. Il mondo culturale di lingua tedesca rimase abbagliato dinanzi al profilarsi di quella silhouette, come se la civiltà letteraria di ciò che Nietzsche chiamò décadence avesse trovato finalmente, e con naturalezza, la sua piena espressione. Poi, nel 1902, Hofmannsthal scrisse la celeberrima Lettera di Lord Chandos, testimonianza di una gravissima crisi, che lo aveva catapultato dalla parola perfetta alla parola impossibile, all’afasia. Non per questo Hofmannsthal cessò di scrivere, anzi si può dire quasi che da quella crisi nasca la sua grande prosa. Ma gli scritti posteriori celano in sé la traccia di quella lesione irreversibile e preziosa.
In questo volume vengono raccolti trentanove testi, in senso lato saggistici, scritti da Hofmannsthal nel periodo 1891-1914. Essi includono perciò tutta la prima fase, nel segno di Loris, il testo-spartiacque che è la Lettera di Lord Chandos, e numerosi scritti degli anni fino allo scoppio della prima guerra mondiale. Pur nelle continue e delicate oscillazioni della prosa, che corrispondono ogni volta a violente e ben mascherate tensioni intime dell’autore, come quella fra una sorta di nebulizzazione del tutto in una miriade di gocce di fontana e, all’opposto, la ferma percezione del «contorno divino» delle cose, costante rimane in Hofmannsthal, sin dalla «pura magia» dell’inizio, un gesto: quello dell’inchinarsi dinanzi all’ignoto che appare, sferzato da quell’apparizione a «percorrere l’intero regno della metafora». Come Hofmannsthal scrisse nel Libro degli amici: «Nel presente si cela sempre quell’ignoto la cui apparizione potrebbe mutare tutto: questo è un pensiero che dà le vertigini, ma che consola».

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Dettagli

1991
18 marzo 1991
445 p.
9788845907135

Valutazioni e recensioni

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Cristiano Cant
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"Così il poeta è là dove non sembra si trovi, e si trova sempre in un luogo diverso da quello in cui lo si pensa. Stranamente egli abita nella casa del tempo, sotto la scala, là dove tutti gli debbono passare davanti, e nessuno lo nota". Torna la vecchia legge a rintoccare nei decreti dei giorni: gli esclusi sono i veri spettatori della vita, il vero occhio è quello senza palpebre. Il pensiero di un poeta, zattera e boa insieme nel mare interdetto agli altri, poveri naviganti di bonaccia. Isole di zolle curiose dove i suoi passi scendono amorevoli, strade e interni dove i suoi sensi di volta in volta si fermano ad ammirare le mani del vasaio e le astuzie di un cacciatore, le grida in un mercato e l'alba punteggiata dal silenzio. Lo strascico di una veste che nessuno sfiora si fa nelle sue narici afrore di millenni: "Sono le cose che pensano a lui. sono dentro di lui e lo dominano. Le sue stesse ore di inerzia, le sue depressioni, i suoi smarrimenti, sono stati impersonali, corrispondenti ai sussulti del sismografo". Ma il conflitto non smette, giacché il frammento che ascende da quei cuori magnifici vale come risposta scansata nel tempo in cui essi vivono; così dire che "Schiller era il consapevole araldo della sua epoca" o che Hebbel era "l'insonne nel buio che sentiva sempre oscillare nella sua mano la bilancia dei valori" vale press'a poco per le leggi del mondo come sfidare o comprendere i diagrammi della sorte coi denti di un compasso truccato. Eppure i poeti ci sono, a loro è affidata la visione, l'accordo, il destarsi diversi dalla tavola della necessità e distillare nel vetro dello stento un lampeggio di rugiada aurorale. Attenti allora al "trafiggente sguardo del dormiente", meravigliosa frecciata che a sorpresa va a colpire chi si illude d'essere sveglio. Ma tutto questo è appena un timido brillio a commento di questo libro poderoso, uno dei pochi -in un'intera vita- capaci di colmare i tratteggi del'idea e fronteggiarne ogni lembo in un'altezza sublime.

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dome92
Recensioni: 5/5

Hofmannsthal sa il fatto suo, ovvero quello che il linguaggio, la parola è nostra radice primaria, bisogna vedersela con essa è perciò non tutto si può esprimere a braccio come si penserebbe di fare. Lui cerca la perfezione - e già precoce, giovincello, si addentra in quello che è l'esperienza e in quello che sarà trauma della sua futura vita: la letteratura. Lo fa con sguardo rivolto, spulcia nei suoi amori contemporanei, sa riconoscere la grandezza e il vero talento in una società fatta di maschere. La lettura piano piano diviene luce sul tavolo della vita e sulla sua epoca, narrata con stile quasi già maturo. Levate le scaglie della superficialità mondana s'immerge del tutto nel cuore delle cose, delle persone che ha osservato, dei dettagli che all'apparenza paiono irrilevanti, ma che se percepiti con l'orecchio del pipistrello nulla toglie loro, non più, la veste di cristallo. Il poeta è il suo tempo - Hofmannsthal lo dimostra, ma credo sia anche il tempo di tornare al suo tempo. Consigliatissimo libro. Buona lettura.

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Jasmine Canetti
Recensioni: 5/5

Hofmannsthal nei primi anni della sua carriera letteraria, nella veste di recensore di eventi scenici Viennesi (da leggere le sue pagine sulla Duse), di personalità della cultura del suo tempo (come D'Annunzio) e già sottile teorizzatore e pensatore intorno al concetto stesso di letteratura (guardare la famosa Lettera a Lord Chandos). Una lettura che fa luce quindi sul lato giovanile dell'autore e sulla sua epoca, narrati con uno stile avvincente e appassionato. Sa individuare con mira la particolare sensazione di un testo e poi metterlo alla luce in una chiave scintillante e lieve, Cristina Campo (sua erede prosaica) avrebbe sicuramente detto “lo stile è potenza isolatrice, con lieve cuore, con lievi mani, la vita prendere, la vita lasciare” e quella vita Hofmannsthal l’ha saputa prendere per la coda, intrattenere con luce divina e lo dimostra con perfezione. Questo libro è un capolavoro.

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Voce della critica


scheda di Catalano, G., L'Indice 1992, n. 3

Ogni tanto l'editoria, nonostante le leggi economiche che di necessità la governano, può farci dei doni. Nel chiuso di un libro può regalarci un sapere nuovo e sconosciuto, rivelare l'ignoto, potremmo dire parafrasando il bel titolo della raccolta di saggi hofmannsthaliani. Immersi nel tempo e in fuga da esso, i 'feuilletons' apparsi su riviste e giornali, i dialoghi inventati, le lettere fittizie, le cronache di viaggi, sono annessi agli eventi del giorno ma si dileguano anche da questo nell'ampio flusso di una prosa eminentemente lirica. Narrazione e poesia avvolgono in una costante tessitura analogica passato e presente, collegano pittura e letteratura in un'unica metaforica espressione che conferisce a ogni cosa l'impronta del poeta. Non gli oggetti in sé attirano dunque il nostro interesse, ma sempre e solo Hofmannsthal con la sua capacità proteica, con il suo istinto a perdersi nell'oggetto e a possederlo tutto fino a farlo totalmente proprio. La minaccia dell'annullamento del soggetto, che pure vena queste pagine, si unisce quindi al tenace tentativo di afferrare l'attimo offrendo ad esso la gioia dell'appropriazione.

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Conosci l'autore

Hugo von Hofmannsthal

1874, Vienna

Scrittore, drammaturgo e librettista austriaco.Esordì sedicenne, sotto pseudonimo, con una raccolta di poesie intrise di una malinconia tipicamente decadente. Figlio unico di una famiglia agiata, Hugo fu educato a Vienna, capitale dell'impero austroungarico, nel momento del suo dissolvimento. Fu molto precoce, e il suo talento fu presto evidentissimo, capace di far proprie le influenze di culture e letterature eterogenee, mentre asssimilava anche le istanze dei movimenti letterari contemporanei."Loris" fu lo pseudonimo col quale esordì, appena diciassettenne, col dramma "Gestern" (1891), cui sarebbero presto seguite una trentina di liriche di grande compostezza e di forma ispirata, oltre a una serie di drammi brevi.Cambiando completamente l'orientamento della sua produzione teatrale,...

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