In una lontana città

Taniguchi ha un tocco magico: al solo apparire dei suoi disegni si manifestano con naturalezza ora atmosfere lontane, ora sonnecchiosi ambienti delle periferie metropolitane, ora un lago estivo di quarant'anni fa. Ho letto parecchio di quanto uscito dal pennino del Maestro, sia su testi suoi che di altri autori e trovo che questa storia sia il suo capolavoro. Consiglio di leggere il volume con calma, da soli, magari in una sera d'inverno. Io ho iniziato a sfogliarlo pigramente alle undici di sera e l'ho finito - ho dovuto finirlo - senza interrompermi alle due di notte. Non c'è niente da fare: Taniguchi ti rapisce, ti porta lì, nel luogo e nel tempo in cui ha deciso di portarti, e ti ci tiene fino a che lo vuole lui. Una storia che è romanzo, avventura, fiction, poesia, abbandono e ricordo: funziona come un romanzo, un film o una seduta di psicanalisi. Per i nostalgici, per i quarantenni, per gli adolescenti, per gli appassionati di manga e per chi non ne ha mai letto uno.

Elegante e delizioso e fumetto per adolescenti e adulti. Un modo diverso ed efficace per avvicinarsi alla cultura giapponese.

Mi piacciono le ghost story giapponesi, sempre così pacate e delicate. "In una lontana città" si innesta gradevolmente in questa tradizione letteraria. Non sono una lettrice di fumetti, ma questo l'ho apprezzato particolarmente e penso che ne leggerò altri dello stesso autore.