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Una frase di questo libro che mi ha colpito:"Gli uomini sono come i fiumi, soltanto verso la fine capiscono perchè sono nati". Prosa lenta che ricorda il ritmo blando e tranquillo del Portogallo e della sua gente, il viaggiatore si muove dalla montagna al mare percorrendo il paese alla ricerca di luoghi silenziosi e nascosti. Il Portogallo è in effetti una terra isolata che ha trovato la propria identità verso il mare anzichè verso il continente. Per chi conosce un pò quelle zone viene naturale immaginare di trovarsi in questi paesi lontani mentre ci si lascia prendere da una malinconia e da una calma che appartengono a un altro mondo.
Un viaggio che è più un perdersi che un trovarsi come espresso nella quarta di copertina e nella prefazione di Claudio Magris che è un esperto di queste transnavigazioni senza mèta anche se il suo Danubio si svolge linearmente lungo il suo corso, dalla sorgente fino alla foce. Nel maestro portoghese, uso la reverenza dovuta ad un Nobel, questo viaggio si sviluppa in una sorta di guida turistica che turistica non è, un viaggio dell'anima dentro l'arte, l'architettura e l'amata a dispetto di tutto madre patria dell'autore verso la quale in ultima analisi il libro è un grande atto di amore. Partendo dal confine montuoso all'estremo nord del confine con la Spagna, nella regione del Tras o Montes, il percorso si snoda narrando delle circumnavigazioni non unidirezionali e spesso circolari del narratore-viaggiatore Saramago fra i luoghi di culto, spesso chiusi e sbarrati sottochiave e aperti appositamente per l'occasione per questo peregrinare del viaggiatore da solerti donne del posto in questa geografia residuale rispetto a tutto, rispetto all' Europa per esempio del quale geograficamente il Portogallo è un estrema propaggine, (pronta a prendere il largo nel vasto oceano) e rispetto a sé stessa anche nella geografia del Portogallo con visite ai luoghi anche i più piccoli e sconosciuti alla massa, i musei annessi a queste Chiese in queste località spesso remote, i paesaggi della sua terra. Dalle Chiese ed alla loro pedissequa e a volte ripetitiva enumerazione delle loro opere d'arte, alle visite ai musei, ai palazzi e fortezze ci inebriamo e diventiamo anche noi stessi viaggiatori-lettori parte di quella terra e dei suoi tesori, impariamo a decifrare, portali, archivolti, stili architettonici, capitelli, periodi storici e correnti artistiche sovrapposte come spesso avviene in tutto il Portogallo.
È il racconto di un viaggio attraverso, come dice il titolo, il Portogallo, alla ricerca di chiese, di castelli, di azulejos, di musei...e di chiavi per aprirli: infatti, molto spesso il viaggiatore, come Saramago ama definirsi, troverà chiusa la sua meta e dovrà cercare i guardiani o più spesso le guardiane delle chiavi. Una situazione alla quale anche il nostro paese si sta avviando se continuano ad essere tagliati i fondi per la cultura. Vorrei riportare un breve brano del libro: "E, parlando dell'Italia, il viaggiatore si concede l'ironia di pensare che questa chiesa gli italiani la tirerebbero a lustro e ne farebbero oro, e poi ci sarebbero sicuramente dei portoghesi che andrebbero a visitarla laggiù e, ritornando in patria, si lamenterebbero che opere così preziose si trovino in terra straniera." Forse un po' troppo ottimista! Un ottimo suggerimento che vorrei riportare e che potrebbe essere utile a chi si accosta alle opere d'arte: "Il viaggiatore è un visitatore abituale, ha la buona abitudine di visitare una sala alla volta, trattenervisi un'ora e poi andarsene: guardare cento quadri può distruggere il beneficio e il piacere che ognuno di essi darebbe." In complesso, come si può vedere, una lettura istruttiva.
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