Gli allegri ragazzi di Atzavara

Beh, "divertente" proprio non lo definirei; è un romanzo che nasce dalla giustapposizione di quattro episodi, raccontati in soggettiva da un diverso personaggio; a parte l'atto conclusivo, tutto ruota sull'ultima estate (quasi) spensierata trascorsa dall'eterogeneo assortimento di umane singolarità che ha posto mano alla ristrutturazione del vecchio villaggio catalano. Quello che la presentazione sottolinea (ossia l'inserimento di un elemento estraneo nel meccanismo ripetitivo e collaudato) è in realtà una sorta di introduzione al primo dei racconti: siamo qui lontani dalla quasi letale intrusione dell'elemento alieno, forte e disgregatore che possiamo trovare, che so, in pellicole di culto come "Zardoz" di John Boorman o " Il declino dell'impero americano" di Denys Arcand. Ben più interessante della semplice trama è la magistrale descrizione dei conflittuali caratteri, e a caduta i relativi caotici comportamenti, degli "allegri ragazzi"; sullo sfondo le incerte e a tratti inquietanti opzioni democratiche che si apriranno con l'imminente dipartita di Francisco Franco, parte del quasi contemporaneo offuscamento dei regimi militari o comunque reazionari della Grecia dei colonnelli, del Portogallo di Salazar e degli USA segnati dal Watergate.