Ali di vetro

Secondo libro della serie con Jeppe e Anette, ambientato in una città fredda ma pieno di delicatezza e sentimento. Nonostante i delitti atroci, si porta alla luce un tema delicato e molto importante: i giovani malati di mente.....ben scritto, ritmo battente con particolare attenzione alle numerose problematiche di questi malati, spesso non considerate. Nonostante la difficile indagine da affrontare, in cui la polizia non pare identificare subito l'autore di diversi delitti, nel finale si arriva ad una liberatoria e angosciante verità. Bel libro, consigliato. Leggerò anche il terzo uscito quest'anno.

Troppo fragile in una costruzione ambiziosa la verosimiglianza della vicenda: una serie di morti violente con uno strumento arcaico costringono Jeppe, la cui compagna abituale Anette è in maternità, a girare a vuoto alla ricerca di un filo rosso che metta insieme gli indizi e i protagonisti. La polizia lavora con troppa superficialità, alcune personaggi e particolari vengono dimenticati lungo la vicenda e rimane - in un'idea ambiziosa e probabilmente efficace - l'impressione di una costruzione frettolosa e di genere allo stesso tempo che lascia fortemente insoddisfatti.

"Secodo gli antichi greci, l'anima che abbandona il corpo ha la forma di una farfalla." In questa seconda indagine di Jeppe Korner e Annete Werner, ambientata a Copenhagen, siamo catapultati nel mondo delle malattie mentali che colpiscono gli adolescenti. Una vicenda che sottolinea l'importanza delle relazioni affettive come primo strumento di cura per queste persone che devono poter vivere e non essere solo essere "conservate". Un libro che segue i ritmi cadenzati delle vicissitudini che vivono i numerosi personaggi, tutti alla ricerca di un proprio equilibrio, tutti a voler raggiungere la propria felicità.