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Alfredo Rocco: dalla crisi del parlamentarismo alla costituzione dello Stato nuovo - copertina
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Descrizione


Questo volume su Alfredo Rocco nasce da un convegno organizzato dal Centro di ricerca in teoria dello Stato e trasformazione della politica tra l'800 e il 900, nel dicembre del 2007, presso la facoltà di Scienze politiche dell'Università di Roma "Sapienza". In quella occasione, Emilio Gentile, Fulco Lanchester, Alba Lazzaretto, Guido Melis, Didier Musiedlak, Alessandra Tarquini e Luciano Zani si sono confrontati sul tema Alfredo Rocco: dalla crisi del parlamentarismo alla costruzione dello Stato nuovo. Ne è emersa un'intensa discussione che ha messo in luce ipotesi di ricerca e tematiche centrali per gli studi su Alfredo Rocco e, più in generale, sui processi di trasformazione della politica del Novecento. Nelle pagine del volume gli autori sottolineano il contributo di alcuni noti esponenti dell'elite liberale di fronte alla crisi che investì il sistema politico italiano traghettandolo verso il fascismo; affrontano questioni relative al superamento dello Stato liberale oligarchico e alla costruzione di un diverso complesso istituzionale; si soffermano sul carattere violento della politica del Partito nazionale fascista; analizzano il ruolo del governo nel regime totalitario; e, infine, propongono nuove riflessioni su Alfredo Rocco e su alcuni autorevoli protagonisti del regime fascista.
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Dettagli

2010
16 settembre 2010
205 p., Brossura
9788843055425
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Indice

Introduzione
1. Alfredo Rocco e le origini dello Stato totale di Fulco Lanchester
Premessa/La scuola giuspubblicistica nazionale e la concezione statalistica di Rocco/L'avvento del regime di massa, le riforme istituzionali e le insufficienze della dottrina giuspubblicistica/Il ruolo pratico di Rocco nella costruzione dello Stato forte e la dottrina costituzionalistica/Le reazioni/Conclusioni
2. Violenza e milizia nel fascismo alle origini del totalitarismo in Italia di Emilio Gentile
3. Alfredo Rocco et la question du pouvoir exécutif dans l'état fasciste di Didier Musiedlak
L'occultation de l'exécutif dans sa formation initiale/Les enrichissements doctrinaux nés de la guerre/Les nouvelles avancées théoriques/Alfredo Rocco et la culture juridique de son temps/Le pouvoir exécutif, pivot de la transformation de l'état/Alfredo Rocco et la question de la légalité parlementaire
4. Alfredo Rocco e Giovanni Gentile. Riflessioni su Stato, nazione e politica di un regime totalitario di Alessandra Tarquini
Premessa/Alfredo Rocco e Giovanni Gentile nelle interpretazioni degli storici dagli anni Settanta a oggi/Nazionalismo e liberalismo negli anni della Grande guerra/ "Politica"/Gentile presidente della Commissione dei diciotto/Rocco architetto dello Stato fascista/Rocco, Gentile e il totalitarismo fascista
5. Nella crisi dello Stato liberale: Giulio Alessio e Alfredo Rocco di Alba Lazzaretto
Alessio, "anima nera della reazione antifascista"/In difesa dello Stato democratico/Due concezioni antitetiche di Stato/Il problema della libertà/Le basi della democrazia
6. Crisi del liberalismo e del parlamentarismo nel Senato italiano dopo la marcia su Roma di Luciano Zani
Prologo/Il Senato "riserva dello Stato"/Giustino Fortunato e il "sud-americanismo" italiano/Un voto di fiducia conservatore/Luigi Albertini: "Dove non c'è libertà non c'è vita vera"/Alfredo Lusignoli: lealtà, semilealtà, complicità/"Patologia di un regime democratico": Gaetano Giardino dalla fiducia incondizionata all'astensione/Albertini guida dell'opposizione/Matteotti e Turati antiaventiniani!/La "lisi" del fascismo/Una soluzione moderata e centrista/Il piano strategico delle opposizioni/I limiti dell'Aventino/I timori di Mussolini/Carlo Sforza, senatore aventiniano/Francesco Ruffini contro Alfredo Rocco/L'autocritica di Benedetto Croce e di Gaetano Mosca/Liberalismo e democrazia/Epilogo
7. Le istituzioni durante il fascismo: alcune riflessioni di Guido Melis
La storiografia sul fascismo e le istituzioni/Quattro punti per la ricerca
Gli autori

Voce della critica

Nell'ultimo decennio sulla figura e l'opera di Alfredo Rocco, l'architetto dello stato fascista, sono uscite diverse monografie. Un volume dedicato a questo personaggio chiave della storia del fascismo giunge pertanto come utile momento di bilancio e riflessione conclusiva. Peraltro questo volume annovera tra i suoi contributi alcuni ripensamenti storiografici ispirati a diversi tagli disciplinari e non circoscritti all'analisi del solo Rocco e della sua produzione giuridica e politologica.
Fulco Lanchester cerca di mostrare come nei quindici anni centrali della sua vita politica, dal 1914 al 1929, Rocco abbia elaborato una "formula politica", per dirla con Gaetano Mosca, che fosse capace di legittimare la transizione-trasformazione dello stato dall'ambito liberale a quello totalitario, non priva di ambigui riferimenti di tipo razziale. Cercò inoltre di ricucire la frattura con il mondo cattolico e di utilizzare sia l'elemento partitico sia quello carismatico. Lanchester sostiene infine che il fascismo "fornì leader e massa all'ideologia nazionalista". Emilio Gentile pone invece a tema del suo saggio il ruolo che la violenza e l'organizzazione militare del fascismo svolsero nella "demolizione" dell'assetto politico-istituzionale liberale, avviando un dominio politico di tipologia inedita, di cui Rocco fu in gran parte artefice. Didier Musiedlak esamina un aspetto particolare della riflessione del giurista nazional-fascista, ossia la questione dell'esercizio del potere esecutivo. Totalitario sarebbe stato il disegno giuridico di Rocco, frutto non solo della sua teoria, ma anche della prassi mussoliniana. Il duce avrebbe poi seguito Rocco nella strategia di trasformare dall'interno il regime liberal-parlamentare. Nel suo saggio, Alessandra Tarquini affronta una questione classica: il confronto tra Rocco e Giovanni Gentile, in ordine ai temi dello stato, della nazione, e più in generale della visione di cosa il fascismo avrebbe dovuto e potuto essere. Entrambi sarebbero risultati infine sconfitti da un fascismo più partitocentrico che statocentrico.
Meno consueto il confronto proposto da Alba Lazzaretto tra Rocco e Giulio Alessio, esponente di spicco del Partito radicale. Se ne evince, fra l'altro, quanto menzognero e deleterio fu il fascismo per l'autorappresentazione dell'italiano medio. Luciano Zani ci mostra come il cedimento del Senato alla pressione violenta del fascismo fu l'espressione più tangibile della crisi oramai irreversibile in cui era precipitata nell'immediato dopoguerra la classe politica liberale italiana. Eppure proprio dal suo seno si levarono le voci forse più nobili, forti e coerenti dell'opposizione al fascismo, tra cui quelle di Luigi Albertini e Francesco Ruffini. Il saggio di Zani è comunque un ripensamento complessivo della storia dell'avvento del fascismo al potere. Guido Melis firma l'ultimo saggio del volume, e passa in rassegna la letteratura storiografica che si è occupata delle istituzioni in epoca fascista. Il bilancio non è tra i più soddisfacenti: vi è ancora un certo ritardo sotto tale profilo. Melis propone allora alcuni fondamentali punti di partenza per futuri progetti di ricerca sulla storia delle istituzioni del e nel fascismo.
Danilo Breschi

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