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A pochi mesi dalla morte del grande maestro del cinema italiano, la Fondazione cineteca italiana promuove, sotto la supervisione scientifica di Adriano Aprà, la pubblicazione di due volumi antologici con l'intento di dar conto dell'ampia e articolata attività di critico cinematografico, oltre che di giornalista, esercitata da Luigi Comencini. Al cinema con cuore. 1938-1974 rappresenta la prima parte della raccolta, che verrà completata da un secondo libro dedicato al suo operato in questo ambito dal 1975 in poi.
La raccolta di scritti e interviste porta finalmente alla luce, in maniera documentata e approfondita, un aspetto pressoché sconosciuto del poliedrico impegno intellettuale dell'artista, parzialmente documentato in precedenza in Francia, grazie alle ricerche del critico e storico Jean A. Gili, e in Italia, con la pubblicazione di una prima antologia in appendice all'autobiografia del cineasta pubblicata nel 1999. Il libro è suddiviso in due parti: la prima contiene articoli sul cinema in generale e su singoli film o cineasti, la seconda scritti e interviste di Comencini sul proprio mestiere e sulle proprie opere.
Nella prima sezione compaiono interventi generali, scritti in modo chiaro, preciso e diretto a partire dalla fine degli anni trenta, sul ruolo del critico, sulla nascita del cinema, sul cinema sonoro e a colori, sul rapporto tra cinema e letteratura ecc.; recensioni su film, attori, registi del passato (come La febbre dell'oro, Tabù, La règle du jeu, Zero de conduit, La corazzata Potemkin, Dies Irae; Cretinetti, Clara Calamai, Pina Menichelli, Louise Brooks; Victor Sjöstrom, Mauritz Stiller, Jean Vigo) e critiche di film in prima visione sullo schermo (come Ombre rosse, Il dittatore, Com'era verde la mia valle, Paisà). La seconda parte, oltre a contenere chiarimenti del regista di alcuni aspetti della propria poetica, riporta numerose interviste a Comencini incentrate su singole sue opere: da L'imperatore di Capri a Tutti a casa, da A cavallo della tigre al Pinocchio televisivo, da La ragazza di Bube a Incompreso.
Dalla cospicua raccolta di testi si comprende il grande fervore profuso da Comencini nella propria attività di critico, impegnato in modo "militante" come sottolinea Aprà nella prefazione al testo almeno su tre piani: nella difesa, prima e dopo la guerra, del cinema come arte, nello sforzo di promuovere un "nuovo" cinema italiano svincolato da condizionamenti e, infine, nel lavoro di tutela e conservazione del cinema del passato, messo in atto con passione e dedizione prima come fondatore, con Mario Ferrari e Alberto Lattuada, poi come vicepresidente della Cineteca italiana di Milano.
Sara Cortellazzo
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