L'airone

La giornata forse risolutiva nella vita del protagonista, Edgardo Limentani, attraversata dall'alba alla notte fonda, tra le nebbie e il buio,la giornata che forse si concluderà con la decisione di porre volontariamente fine alla propria esistenza. L'antieroe di Bassani è uno straniero della vita (come in Camus), un marito e padre infelice (come nel Mastro Don Gesualdo di Verga), un uomo che ha smarrito il senso dell'esistere (come negli antieroi di Kafka). Travolto dal disgusto, dall'impotenza, dalla superfluità cui lo hanno condotto i tasselli del destino. Nel poderoso crescendo finale che comincia nella pagina in cui Limentani scorge il proprio viso in controluce sul vetro del negozio di animali impagliati e nei quali pare rispecchiarsi, come già nell'airone ferito del titolo, matura il paradosso del suicidio come unica via per tornare alla vita, forse "impagliata" nel ricordo di chi gli sopravviverà. Un esame di coscienza spietato che lo spinge fino all'estremo di considerare la fine come l'unico possibile approdo alla salvezza. Capolavoro.

Con una lettura superficiale non si coglie il messaggio dell'autore, soltanto rielaborando il contenuto si intuisce il pensiero dell'autore.

Non credo sia il libro più conosciuto di Bassani, ma per me è stata una vera sorpresa. Storia tutta raccolta in una giornata che riesce a comunicare stati d'animo, sensazioni, emozioni in maniera straordinaria. Per me enormemente superiore al molto più famoso e celebrato Giardino dei Finzi Contini.