Ada brucia. Storia di un amore minuscolo

La storia richiama “Lolita” di Vladimir Nabokov, ma si spinge ben oltre: Rino, giovane ventisettenne umbro che perde la testa per Beatrice, neonata di quattro mesi, che decide di portar via dalla famiglia naturale “per coltivare il suo amore”

Rino è un giovane che ha ereditato il mestiere di falegname dal nonno, con cui è cresciuto. Ma Rino è anche un pedofilo...ed un giorno alla festa del suo paese, che si trova in Umbria, rapisce una bambina di nove mesi, Beatrice, che lui invece chiamerà Ada. Rino si prenderà cura di Ada sempre, facendola però crescere sempre in casa. Per non farla uscire le dice che si brucerebbe i piedi e che fino a che non riuscirà ad indossare un paio di scarpe dovrà rimanere in casa. A loro modo, Rino e Ada sono felici, vivendo in una realtà solo loro, dove il mondo esterno è tenuto del tutto fuori...sino al giorno in cui un ragazzo si avvicina alla casa e scopre Ada...È un romanzo struggente, racconta una storia di follia e perversione, ma anche di amore, come dice il sottotitolo del libro, è un libro pieno di malinconia e sofferenza, della madre a cui è stata rapita la bambina, ma anche di Rino e di Ada. In molti punti mi ha profondamente commossa...davvero un bel libro, scritto molto bene con uno stile trascinante, di cui consiglio la lettura!

Bisogna avere una sensibilità incredibile per trattare questo tema con una onestà tale da spiazzare il lettore e metterlo nella posizione di non poter giudicare. Ho amato entrambi i personaggi, "la bella" e "la bestia" e quando ho scoperto l'età dell'autrice non ho potuto che scriverle i miei complimenti. Aspetto il prossimo perchè da una penna così mi aspetto di tutto.