Acque nere

Una volta c'era una fontana?ecco, così potrebbe iniziare questa storia, se solo il suo genere fosse più fiabesco. Dico questo perché, proprio una fonte, costituisce l'oggetto da cui prende origine tutta la trama. Da essa, in tempi remoti, sgorgava l'acqua della vita, dono della dea Elianna e costituiva la meta di continui pellegrinaggi tanto da edificarvi un villaggio, tutto attorno, che prese il nome di Paese dei Miracoli. I suoi abitanti non conoscevano il male e la pace vi regnava sovrana. La serenità di quei luoghi, tuttavia, non era destinata all'infinito. Infatti, un evento dettato dalla sete di vendetta e da un'ira irrefrenabile, cambiò definitivamente le loro sorti, segnando l'avvento del male. Da allora, nei loro abissi, si insediarono degli esseri malefici il cui unico scopo era quello di tramare per cercare di sopraffare gli umani e regnare incontrastati. Avere la meglio sugli umili e pacifici paesani, sarebbe risultato facile, se non fossero esistite alcune eroiche persone disposte a mettere in serio pericolo la propria vita, pur di contrastare la loro malvagità e preservare il genere umano. Tra queste, incontreremo Andronicus, esponente della chiesa di Hironas, Staros, capitano della guardia cittadina e infine Arras, cacciatore di taglie. Questo scritto si colloca in una via di mezzo tra il romanzo breve e il racconto; poco più di una cinquantina di pagine fitte di avvenimenti e ricche di pathos. I paesaggi e gli ambienti sono doviziosamente descritti, così come ben definiti sono i personaggi. L'inverosimiglianza dei luoghi e di alcuni soggetti, indicano un lavoro di fervida fantasia ma, il tema che la storia propone, cioè la continua lotta tra il bene e il male, è quanto di più reale esista; la cronaca attuale, purtroppo, ce ne da un'ampia conferma.