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L' accabadora immaginaria. Una rottamazione del mito - Italo Bussa - ebook
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accabadora immaginaria. Una rottamazione del mito
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Descrizione


Il mito sardo della accabadora, la donna chiamata a dare la morte ai moribondi di difficile agonia, viene ancora oggi ritenuto storicamente fondato. Questo saggio pone però in rilievo come in letteratura emergano due forme soppressive, delle quali una è di natura magica. Individuati gli archetipi dei due tipi di soppressione, vengono sottoposte ad analisi critica tutte le fonti che, nell’ambito dei due filoni, si sono occupate dell’accabadura dall’inizio dell’Ottocento. Vengono così fatte emergere le numerose e fantasiose varianti che portano, nella attualità, alla sovrapposizione delle due forme, per cui l’accabadora maga diviene comunque una omicida umanitaria. Il fenomeno viene in tal modo alterato e dilatato, sulla spinta anche di risibili motivazioni identitarie. Fatto salvo il nucleo folklorico della usanza magica, viene evidenziato che l’accabadora omicida è una figura immaginaria, creata e alimentata da intellettuali e letterati, al di fuori di qualsiasi realtà storica. Il saggio analizza i testi di ogni singolo autore, procedendo, con matita rosso-sangue, alla rottamazione delle tesi del partito accabaduriale. Italo Bussa (Bolòtana, 1939), laureato in Giurisprudenza a Sassari, è dirigente in pensione della Regione Sarda, dove ha prestato servizio presso gli Assessorati dell’Agricoltura e dell’Industria. Ha fondato (1975) la rivista culturale «Quaderni bolotanesi», della quale è direttore. Ha scritto articoli e saggi principalmente in materia di storia locale, regime feudale, antropologia, criminalità, industria lattiero-casearia, culto dei santi, villaggi abbandonati
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Dettagli

Testo in italiano
Tutti i dispositivi (eccetto Kindle) Scopri di più
224 p.
Reflowable
9788873434870

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Sandra Mereu
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Tra i miti sardi quello dell’Accabadora è uno dei più produttivi. A partire dall’Ottocento, a varie riprese, questo mito ha colpito l’immaginazione di romanzieri e narratori e nondimeno si contano sugli scaffali delle biblioteche decine e decine di libri di tradizioni popolari che trattano l’argomento. Ultimo in ordine di tempo, è uscito anche un film. In tutti questi casi si riscontra la volontà di avvalorare l’esistenza nella società sarda di una figura di donna a cui veniva attribuito il ruolo di finire i malati senza speranza. Nel film è chiaro il tentativo di attualizzare il mito in funzione del moderno tema dell’eutanasia e del diritto alla buona morte. Operazione questa che rischia di essere controproducente. Come dimostra Italo Bussa in questo libro, quello dell’Accabadora è infatti un mito assolutamente falso. Numerose e solide le argomentazioni sviluppate dall'autore per dimostrarne l’infondatezza storica. A me è bastato apprendere, per convincermene, che in nessun archivio storico, laico o ecclesiastico, sardo o spagnolo esistano testimonianze a questo riguardo. Possibile che nessun tribunale civile o ecclesiastico abbia mai trattato una causa che riguardasse le accabadoras e la loro inquietante attività? Eppure si trattava di una pratica inveterata e diffusa (tale doveva essere se la si accredita come una tradizione) che si configura di fatto come un omicidio. L’esistenza di una simile usanza andava contro il principio cattolico per cui il termine alla vita dell’uomo può essere posto solo dalla divinità, non poteva certo essere accettata dalla Chiesa. Men che meno sfuggire al suo occhiuto controllo sociale. Consiglio la lettura di questo libro a chi non si rassegna a veder scomparire ogni forma di pensiero razionale e al preoccupante dilagare della credulone ria.

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