A presto

Splendido romanzo, primo atto di un'ottima trilogia distopico filosofica ambientata in una Palermo destrutturata, annientata in un imprecisato abisso di futuro. La fantascienza del compianto autore e regista teatrale palermitano, co fondatore del gruppo '63, qui si fonde con profonde riflessioni sociologiche politiche ed esistenziali, cupo e immaginifico, a tratti giocoso ma sempre caratterizzato da una sublime profondità di analisi e pensiero, dai replicanti sino ad una collina che ogni notte urla lamenti e maledizioni misteriose. La controcultura di fine anni '60, la disinibita sessualità, il teatro sperimentale, le crisi esistenziali di uomini e donne disillusi, forse ingannati dai propri ideali giovanili, le strategie del potere ossessionato dal controllo sociale capillare. uno scrittore oggi misconosciuto in Italia ma apprezzato all'estero, ma questo non mi sorprende minimamente, dato che quest'opera è tutto il contrario rispetto al solito vacuo e pretenzioso intrattenimento che oggigiorno va così tanto per la maggiore. Un monito, un messaggio per tutta quella industriale quantità di finti scrittori, giovanotti cresciuti che anche grazie ai social e alla pochezza di una infinità di lettori, si credono davvero nuovi talenti della nostra gloriosa tradizione letteraria.